L’Inter muove le sue torri Dominio Gaglia-Vecino
Due centrocampisti forniscono copertura e giocate. L’ex Atalanta spiega: «Il lavoro di squadra divide i compiti e moltiplica i successi»
«Il lavoro di squadra divide i compiti e moltiplica il successo». Roberto Gagliardini lo aveva postato su Instagram dopo il pareggio di Napoli, ma il concetto è applicabile a tutto l’inizio di questo campionato. Riassume lo spirito che Luciano Spalletti sta instillando nella sua Inter e spiega in parte come due giocatore giudicati all’inizio difficile da far convivere sia divenuti ora un simbolo di questa nuova creatura nerazzurra.
SORPRESA Gagliardini e Matias Vecino sono, per il lavoro che stanno svolgendo, la più bella sorpresa di questo avvio. Perché a Roma erano stati provati e accantonati e perché Spalletti – pur lavorandoci – non li aveva più schierati fino alla necessità assoluta, ovvero la concomitanza degli infortuni di Joao Mario e Marcelo Brozovic. Ed è da lì in poi che Roberto e Matias hanno iniziato a funzionare. Dividendosi i compiti, come ha scritto l’ex atalantino. Perché i due sono simili di base, ma con lievi differenze che sono riusciti a evidenziare in maniera sistematicamente alternata per rendersi utili alla causa. Gagliardini occupandosi di più di tenere accesa la fascia di sicurezza sulla trequarti, quando tra le linee possono infilarsi spie avversarie pericolose. Vecino spingendo sull’autostima e comprendendo che Madre Natura lo ha dotato di una forza fisica interessante per produrre quello strappo che sorprende. E così le “torri” hanno iniziato a muoversi con coerenza sulla scacchiera spallettiana. I margini per crescere ci sono ancora, sia per motivi anagrafici (sono nati nel 1994 e nel 1991 l’italiano e l’uruguaiano) sia perché i compiti su cui lavorare sono ancora tanti.
NUMERI Nel frattempo però ci sono alcuni dati, magari freddi numeri, però oggettivi, che raccontano i passi avanti dei due giocatori. E sono dati Opta presi paragonando il campionato in corso con quello dello scorso anno. Nelle sette voci prese in esame (dati medi a partita), Roberto e Matias sono cresciuti in tutte: passaggi fatti e riusciti, passaggi nella metà campo offensiva fatti e riusciti, palloni recuperati, contrasti fatti e vinti, duelli vinti. Sono dati di forza e tatto, di lotta e di ragionamento. Nature complementari per dividersi il lavoro e moltiplicare il successo.
CRESCITA Il parziale successo della coppia permette a Spalletti di lasciare sulla trequarti uno come Borja Valero, sindaco ragioniere con il pallone tra i piedi e meno obbligato a rincorrere per forza chi passa dalle sue parti. Gagliardini aveva avuto un impatto devastante con l’Inter solo nove mesi fa quando arrivò dall’Atalanta. Poi, come tutti i compagni, entrò in un corridoio di involuzione dal quale ne è uscito solo al termine della stagione. L’estate trascorsa senza riposarsi completamente - per via dell’Europe Under 21 e della voglia di tornare prima per iniziare subito con Spalletti - lo aveva presentato un po’ appannato in avvio di stagione. Vecino invece ha lavorato, e continua a farlo, sull’aspetto mentale perché capisca che in tale contesto può starci benissimo e che da centrocampista possa trasformarsi in «assaltatore». La crescita di Roberto e Matias: continua per il bene loro e di tutta l’Inter.