La Gazzetta dello Sport

Di Francesco: «Vorrei soffrire un po’ di meno...»

Della Roma: «Per diventare grandi bisogna essere più cinici». Perotti: «In passato gare così non le vincevamo»

- Davide Stoppini ROMA

Aforza di sporcarle, queste vittorie, si rischia di perdere di vista quella ricerca del gioco e del senso estetico che la Roma e Di Francesco s’erano messi in testa di inseguire. L’equilibrio è difficile, Perotti dice che «in passato partite così non le avremmo vinte». Forse vale come un compliment­o. Ma se a Torino domenica scorsa l’1-0 aveva un peso specifico notevole, quello con il Crotone sa un filo di passo indietro nell’autostima, se non di gruppo, quantomeno di alcuni elementi. Flash di serata: i soliti due pali (11 in 9 partite), un Kolarov ancora a suo modo decisivo con il rigore conquistat­o e l’esordio un po’ così di Karsdorp, che in diverse occasioni durante il match si è piegato su se stesso quasi a voler controllar­e il ginocchio operato. Il resto sono tre punti, la metà di quelli che Di Francesco aveva chiesto tra Crotone e Bologna: «Ma avremmo dovuto far meglio in fase offensiva per chiudere la partita – ha commentato il tecnico gialloross­o –. È vero, abbiamo colpito due pali, ma potevamo esser più determinat­i sotto porta. Le partite non si vincono mica con il budget, ma con la mentalità, a volte anche di misura e in sofferenza. Di sicuro questa Roma sta crescendo sotto il profilo difensivo, siamo il miglior reparto del campionato, il dato è importante. È chiaro che anch’io vorrei soffrire di meno e segnare qualche gol in più. Per diventare grandi, però, bisogna essere cinici. E mi auguro che alla fine anche noi saremo in corsa a giocarci lo scudetto».

TURNOVER Chissà che per una volta non abbia inciso negativame­nte la legge del turnover: «Non è un rischio, perché a me piace vedere una squadra che cresce insieme, non solo un singolo che migliora – ancora l’allenatore –. Devo osare, portare diversi uomini nelle migliori condizioni. Da qui a martedì giochiamo tre partite, è impossibil­e fisicament­e far disputare tutte le gare sempre agli stessi. S’è visto Karsdorp, che non giocava da cinque mesi. Schick? Non è ancora pronto, non era in condizione di entrare, magari la prossima con il Bologna lo vedremo per uno spezzone di partita: è insieme con Defrel un’alternativ­a a Dzeko».

I GOL CHE ARRIVERANN­O Poi Di Francesco ha speso qualche parola sul centrocamp­o: «Nainggolan segna poco? Ha preso anche qualche palo e avuto diverse occasioni. Nell’intervallo avevo chiesto alle due mezzali di accompagna­re di più, nel secondo tempo l’hanno fatto. Ma i gol importanti arriverann­o quando serviranno, certo è vero che dobbiamo essere più incisivi con i centrocamp­isti». Più puliti, forse, e meno sporchi.

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ANSA Eusebio Di Francesco, 48

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