Immobile al palo È Lazio da record Ma col Bologna è bella a metà
Resta a secco e nella ripresa rossoblù in rimonta. Biancocelesti mai così in alto dopo 10 giornate
Bella e forse impossibile — infatti dopo 45’ stratosferici è tornata sulla terra — questa Lazio non si ferma più. Mai così bene nella sua storia dopo le prime dieci giornate e per tutto il primo tempo una gioia per gli occhi, anche senza le migliori predicazioni del suo profeta Immobile. Di più: al limite della perfezione come il suo cammino. Ha vinto sette delle ultime otto gare (5 di fila), in trasferta fa solo razzie (altre cinque di fila: non succedeva dal dicembre 2002) e segna senza soluzione di continuità da marzo. Per questo deve rimproverarsi di aver sofferto così tanto, alla fine. In balia del Bologna come lo era stato il Bologna nel primo tempo, e qui sta il rimpianto per la squadra di Donadoni: impossibile regalare, o farsi costringere a regalare, un tempo così.
SFACCIATA
Per raccontare la sfacciata supremazia della Lazio basti dire che il primo round avrebbe potuto chiudersi (per manifesta inferiorità) sul 6-1. E sì che il Bologna in nove partite aveva subìto appena un gol nei primi tempi. Lazio in vantaggio dopo 4’ scarsi: come dire, la sua partita preferita. In discesa non per caso, però: la combinazione Parolo-Luis Alberto-Lulic, completata dall’«elastico» perfetto di Milinkovic prima di colpire per l’1-0, è l’esatta essenza della Lazio di oggi. Nel suo 3-51-1 con Milinkovic che va ad alzarsi sulla linea di Luis Alberto sembra facile tutto quello che viene fatto, ma perché viene fatto benissimo. Da quel momento è iniziata una specie di mattanza calcistica e il Bologna è entrato in un frullatore, dal quale (non) è uscito choccato: solo errori e rincorse, recuperi affannosi e altri errori, a volte puniti ed altre no.
TOURBILLON
La Lazio ha iniziato ad aprire e chiudere la sua fisarmonica: transizioni all’indietro ad alta velocità e catapulte improvvise. Qualità, precisione e rapidità di pensiero, quella che nasce dal saper perfettamente cosa fare: mai la palla sui piedi più del necessario e quasi sempre a terra, se non per tagliare il campo con un lancio. E uomini scaraventati verso la porta come sassi scagliati da una fionda: subito Immobile due volte, lanciato prima da Luis Alberto (palo pieno) e poi (in fuorigioco) da Milinkovic, finché quel tourbillon non ha indotto Masina, bypassato secco da Marusic, al classico fallo da frustrazione su Milinkovic. Immobile, che non sbagliava un rigore da un anno e mezzo, dal dischetto si è fermato al palo (interno) un’altra volta. La Lazio no.
ERRORI
La natura dell’impotenza di quel Bologna fatto a fette è parsa chiara: paura di sbagliare e di scoprire ulteriormente il fianco a quell’uragano, nonostante l’inutile tentativo di compattare il 4-3-3 in un 4-5-1 difensivo solo di facciata. La regia acerba di Crisetig, il baricentro bassissimo dei laterali, zero aggressione degli avversari e degli spazi. L’esatto contrario del martellamento della Lazio, e l’errore di frustrazione è diventato di confusione su un lancio di Luis Alberto per Lulic: l’esitazione di Mirante ha finito per ingannare anche Krafth e il bosniaco ha infilato il 2-0 di testa. Sfogo finito? Macché. Un altro palo e mezzo (pieno di Leiva e sfiorato da Immobile, ma bravo Mirante) e il conto è salito a quattro. Poteva essere 6-1, appunto.
E RIMORSI
Un rimorso diventato solare nella ripresa, quando è iniziata un’altra partita. Il Bologna è finalmente sceso in campo e la Lazio ha peccato prima di atteggiamento e poi forse anche di stanchezza, scoprendosi via via più lunga, sconnessa, alla fine addirittura spalle al muro. La squadra di Donadoni ha trovato coraggio già dopo 5’, quando Lulic, in contrasto su Pulgar lanciato da Nagy, dai e dai ha «trovato» l’autogol che aveva già sfiorato al 30’. Il Bologna ha capito di poter far gol non per forza su regalo altrui e con il 4-1-4-1 disegnato con l’ingresso di Falletti, e Pulgar abbassato davanti alla difesa, ha assediato la Lazio, costretta a barricarsi dopo che Parolo (sfinito) aveva inghiottito il possibile 3-1. A proposito di rimorsi, tutto.