Inzaghi: «Un neo, dovevamo chiuderla prima»
Guida laziale sulla rabbia di Lulic per la sostituzione: «Ha sbagliato, ma chiariremo tutto senza problemi»
Di vittoria in vittoria, di record in record. Simone Inzaghi non si ferma più. Sette vittorie consecutive tra coppa e campionato, sette successi su sette nelle gare giocate in trasferta (sempre tra coppa e campionato), ma soprattutto 25 punti dopo 10 giornate di campionato, un punteggio che mai nella sua storia la Lazio era riuscita a fare. No, non è mago Merlino (come disse Lotito), ma per il semplice motivo che è anche meglio di un mago. La bacchetta stavolta l’ha dovuta usare più che per organizzare tatticamente la squadra, per tenerla isolata dalla bufera mediatica scatenata dai gesti antisemiti degli ultrà. Non era facile. E non lo era soprattutto perché la trasferta di Bologna era già insidiosissima di suo. Inzaghi ha superato anche questa prova, dimostrando ancora una volta una capacità psicologica fuori dal comune. È riuscito a canalizzare in energia positiva la rabbia e il disorientamento per quanto accaduto nelle ultime ore. «Non era facile – ammette il tecnico a fine gara –. Ma i ragazzi sono stati eccezionali». Al punto da sfornare una frazione di gioco (la prima) che è stata probabilmente la migliore della stagione. «Sì – gongola Simone – abbiamo toccato livelli di gioco assoluti. Ma abbiamo avuto il torto di non chiuderla, come avremmo potuto viste le tante occasioni. E poi nella ripresa abbiamo sofferto come è normale che accada se non chiudi una partita pur avendone l’occasione». LA POLEMICA A riaprire i giochi è stata però la stessa Lazio, con l’autogol di Lulic. Il bosniaco è stato poi sostituito, ma non ha preso affatto bene la decisione. È uscito imprecando, con Inzaghi a guardarlo quasi incredulo. «Quando si rivedrà capirà lui stesso di aver sbagliato – commenta il tecnico –. Con Senad ci conosciamo da una vita e chiariremo tutto senza problemi». E magari con gli altri giocatori l’allenatore chiarirà come si fa a costruire in un tempo una mezza dozzina di occasioni clamorose, capitalizzandone solo due. «È l’unico neo di questa serata». Già.