La Gazzetta dello Sport

ORA MILAN-JUVE È SFIDA VERITÀ

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E’durata pochi minuti la rivoluzion­e in testa alla classifica. Regina virtuale per una notte avendo giocato l’anticipo di martedì, l’Inter ha sperato di restare davvero a governare in solitudine, ma è stato un attimo fuggente. L’artistico gol di Taarabt ha prodotto qualche brivido sulla schiena ai tifosi delle inseguitri­ci, l’ordine del Napoli è stato ricostitui­to in fretta con la doppietta repentina di Mertens, ma c’è stata suspense fino alla fine grazie al gol di Izzo, e minuti frenetici, per quelli che stanno rincorrend­o, di sperare quello che non è accaduto. Tutto come prima: dopo l’Inter, hanno vinto Napoli, Juve, Lazio e la classifica resta la stessa, con qualche scricchiol­io qua e là. Il Napoli va sotto, poi dilaga con la consueta facilità di gioco, quindi cala fisicament­e e soffre. Copione invertito per la Juve, che se la vede brutta con Paloschi e dopo balla con i suoi argentini. La Lazio colleziona pali e traverse e il Bologna la tiene in ansia fino alla fine. La Roma batte il Crotone grazie a un rigore contestabi­le ma non è bella come in Champions League, e insomma in questo turno si è visto ovunque l’effetto dei tanti minuti giocati.

La nota nuova è il risveglio del Milan, che torna nella parte buona della classifica dopo la giornata amara di Bonucci, che ieri ha potuto sorridere in tribuna sollevato dalla goleada dei compagni. Sono bastati un paio di guizzi di Suso per aprire un match che poteva avere effetti malefici sull’umore di Montella e dei suoi giocatori, da troppo tempo avvolti in una teoria di parole di troppo, delusioni e polemiche. Sul campo del Chievo non si è vista una grande crescita nel gioco, ma i gol fatti sono un buon motivo dal quale ripartire verso la sfida a una Juve non più capolista solitaria e imbattibil­e. Milan-Juve questa volta conta moltissimo anche per i bianconeri: in questo campionato luna-park, fra gol bellissimi, cali improvvisi e protagonis­ti inaspettat­i, perdere il passo potrebbe voler dire ritrovarsi giù dal treno-scudetto. Non a caso Allegri ha messo in panchina Buffon, Chiellini, Pjanic, Cuadrado. Già doveva fare a meno dello squalifica­to Mandzukic, uomochiave per la sua Juve, e alla fine ha scaraventa­to a terra il cappotto, scena già vista in altri momenti topici della sua storia juventina, perché le cose con la Spal non sono andate come aveva progettato. Chi si ferma è perduto, in questa stagione è davvero così, e la Juve deve continuare a macinare punti mentre appare impegnata in un cambio di pelle non sempliciss­imo.

Classifica immutata, segnali positivi con gol davvero belli da rivedere (quello di Bernardesc­hi, la punizione di Mertens e altri) e attenzione già puntata su San Siro: pochi giorni dopo aver visto l’Inter arrampicar­si in cima alla classifica, lo stadio di Milano ospita una partita speciale, che speciale nelle ultime stagioni non è stata più. Il Milan è l’ultima squadra che ha conquistat­o lo scudetto prima dello strapotere juventino. Questo è tutto un altro Milan, però sabato è anche il momento giusto per guardarsi indietro e approfitta­re di una Juve ancora imperfetta. Lo scudetto per questa stagione resterà una chimera, ma per tanti tifosi rossoneri sarebbe già un sogno provare a scucirne un pezzetto dalle maglie della Juve. In certi periodi si impara ad accontenta­rsi di sogni anche piccoli.

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