La Gazzetta dello Sport

Pescara-Brescia è Zeman-Marino, incrocio degli ex

Il boemo fallì in Lombardia, il siciliano fu esonerato in Abruzzo: maestro, allievo e molti punti in comune

- Gian Paolo Laffranchi BRESCIA

Non si può vincere una guerra in tandem, quando si è duellanti. Anche se ci sente tanto simili e c’è una stima che sconfina nell’ammirazion­e. Anche se si è allenatori accomunati dallo stesso credo, fedeli alla linea di un solo calcio: fiero, propositiv­o, votato al bel gioco come fosse una bandiera da piantare vicino ad ogni panchina. Chissà che Pescara-Brescia sarà, questa sfida fra Zdenek Zeman e Pasquale Marino. Oggi, affrontand­osi, i due allenatori si specchiera­nno in un passato in cui non si riconoscon­o: entrambi vivono una giornata da ex, entrambi sono usciti profondame­nte delusi dall’esperienza sull’altra panchina.

ZEMAN A BRESCIA Zeman era il pallino e diventò il cruccio di Gino Corioni, che aveva sempre sognato di averlo con sé e colse l’attimo nel momento più sbagliato («ma era l’unico possibile», avrebbe detto lo storico presidente): il 5 marzo 2006, all’indomani di un 3-0 rifilato dal Brescia al Pescara. Che evidenteme­nte per il tecnico boemo è sempre un incrocio del destino. Quel Brescia volava verso i playoff (6 vittorie consecutiv­e in casa): strappato alla guida di Maran, con Zeman ebbe la più classica delle crisi di rigetto: 8 punti in 11 partite, 2 sole vittorie, 2 pareggi e 7 sconfitte, gli spareggi sfumati in anticipo e un’ultima trasferta malinconic­a a Crotone, con soli 14 giocatori disposti a salire sull’aereo. «La squadra non mi ha accettato, era abituata ad autogestir­si», si giustificò il profeta del 4-3-3, che con il Pescara poi si è rilanciato in grande stile nel 2011-12, plasmando il Pescara di Immobile, Insigne e Verratti.

MARINO A PESCARA Era il 2013, invece, quando Marino sedette sulla panchina abruzzese. Scomoda anche per lui: 34 punti in 26 turni, con 10 sconfitte, 7 pari e 9 successi, fi- I punti conquistat­i da Marino da quando è sulla panchina del Brescia: due sconfitte contro Novara (0-1) e Cremonese (0-2) e la vittoria contro il Bari (2-1) no all’esonero subìto il 22 febbraio 2014 (e gli subentrò Cosmi). Cresciuto nel mito di Zemanlandi­a, più duttile nel modulo, visto che al 4-3-3 alterna altri schemi e non disdegna la difesa a tre, l’allenatore di Marsala ha ottenuto i suoi migliori risultati giocando a viso aperto. Tanto che il paragone con il maestro che incrocia oggi è nato spontaneo, in diverse occasioni. «Io un suo erede? Non scherziamo. Zeman ha fatto la storia. Il suo gioco mi è sempre piaciuto, ho cercato di apprendere i suoi movimenti. Zeman dà una sua impronta alle squadre, inoltre è una persona che dice sempre quello che pensa e nel calcio non capita spesso. Adesso lo ritrovo, e incontro volentieri anche tanta gente che ho conosciuto quando allenavo il Pescara. Ma so che sarà una partita durissima, contro avversari che hanno tutto per puntare alla promozione».

SCONTRO Zeman, che come Marino ha nel curriculum pure le avventure vissute a Foggia e Parma, si è lasciato alle spalle la vittoria ottenuta al Rigamonti il 12 agosto in Coppa Italia, con Boscaglia sulla panchina bresciana: «Era un’altra squadra. Marino, poi, lo conosco da quando era un ragazzo. L’ho seguito, ha fatto molto bene, adesso magari sta un po’ più attento rispetto al passato. Il suo Brescia mi piace, può ambire a traguardi importanti. Sarà una bella sfida».

 ?? LAPRESSE ?? Da sinistra Zdenek Zeman, 70 anni, tecnico del Pescara, e Pasquale Marino, 55 anni, del Brescia
LAPRESSE Da sinistra Zdenek Zeman, 70 anni, tecnico del Pescara, e Pasquale Marino, 55 anni, del Brescia
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