Effetto Theodore Il club indovina il super regista che sa fare tutto
Hackett e Curtis Jerrells, da combo guard, la coppia più affidabile. È l’anno 2014, quello dello scudetto dopo il lungo digiuno. Poi Ragland, Lafayette, Hickman e l’enigmatico Kalnietis. Dopo anni di ricerca infruttuosa, Milano pare aver trovato un playmaker potenzialmente di alto profilo anche in Europa. Jordan Theodore segna un punto di rottura con il passato, colmando una lacuna spesso fatale nelle stagioni dell’Emporio. Questa la novità più rilevante del nuovo corso. Un registacapo, capace di coniugare talento, fisicità, abili letture e soprattutto leadership, quella che a Milano è mancata spesso nei ruoli chiave. Un profilo in perfetto stile Pianigiani: «Aveva un obiettivo: attaccare le guardie avversarie e creare spazio. L’ha eseguito perfettamente ma lui deve ancora migliorare perché abbiamo investito su questo suo straordinario desiderio di salire di livello ogni anno» dice il coach biancorosso.
LEADER L’exploit col Barcellona (19 punti, 5 rimbalzi, 7 assist), assecondando i bisogni di un match che mai gli è sfuggito di mano, dopo un avvio comunque promettente: tre gare in doppia cifra, mai sotto i 5 assist, sfidando il meglio dei pari ruolo d’Europa (Rodriguez, Sloukas, Wanamaker, Campazzo e Heurtel). Pietra angolare, contro il Barça, di accoppiamenti proficui pure per gli altri. In primis Mantas Kalnietis, performante sia come cambio che di fianco all’ex Banvit. Uscendo dalla panchina, con gerarchie finalmente chiare e definite, Mantas potrebbe diventare un valore aggiunto. Ruolo? Nell’incastro con Theodore e Goudelock, potrebbe ricordare il Jerrells del 2014.
Media assist in 4 gare. Per Theodore anche 12.8 punti e 2.3 rimbalzi 27 anni, alla sua prima stagione a Milano. L’anno scorso era al Banvit