La Gazzetta dello Sport

Zhang junior «L’Inter sarà presto al top»

Ha convinto l’azzurro che può coprire senza perdere qualità in attacco, e lui nell’ultimo mese ha cambiato marcia. Gli manca solo l’acuto

- Luca Taidelli MILANO @LucaTaidel­li

Il Genoa ultimament­e non gli porta bene. Ma dal Genoa ha saputo ripartire per tornare a essere decisivo in un ottobre da fuochi d’artificio. Antonio Candreva nella stagione scorsa fallì un rigore nel finale del match perso a Marassi contro il Grifone. E giù insulti malgrado quella fosse un’Inter ormai allo sbando, tanto che Pioli fu esonerato proprio dopo quella sconfitta. Il 24 settembre, di nuovo Genoa e ancora un Candreva opaco. Generoso, per carità, ma incapace di trovare il guizzo giusto e di nuovo capro espiatorio malgrado tutta la squadra stesse steccando. Sostituito dopo un’ora - e tra i fischi - da Eder, che insieme a Karamoh portò quel brio che alla fine valse il gol di D’Ambrosio.

CAMBIO DI MARCIA Invece che piangersi addosso, Candreva ha reagito con i fatti. La domenica successiva, primo giorno del suo mese d’oro, Antonio si inventa un numero d’alta scuola per sbloccare la sfida di Benevento. Finta di cross col destro e pennellata mancina a premiare l’inseriment­o di Brozovic. La rinascita poi passa dal gol in Nazionale all’Albania che scaccia l’incubo di uno spareggio mondiale da non testa di serie. Alla ripresa, arriva il «suo» derby. Perché nello scorso torneo l’azzurro si sbloccò proprio all’andata contro il Milan e fece il bis anche al ritorno, ma fu sempre 2-2. «Però preferirei vincerne uno, anche senza segnare...» aveva detto alla vigilia della sfida di metà ottobre. Accontenta­to giusto al 90’, ma lui ci ha messo comunque del suo facendo segnare il primo gol a Icardi (terzo assist stagionale, il primo nella vittoria di Roma), colpendo una traversa con una sassata da fuori area e neutralizz­ando Rodriguez, fino a quella sera uno dei migliori dei rossoneri. Senza dimenticar­e l’assolo che, subito dopo il 2-2, aveva spalancato la porta a Vecino, che però di destro aveva mandato la palla fuori di un niente.

COL FRATELLO Il capolavoro però è arrivato a Napoli, dove Candreva sembrava essersi portato anche il fratello. Uno ad aiutare D’Ambrosio su Insigne e a costringer­e Ghoulam a una prestazion­e normale, l’altro sempre pronto a ripartire dopo aver cercato di togliere quelle linee di passaggio che sono uno dei punti di forza della squadra di Sarri. Nessun gol, nessun assist. Ma è stata la notte che ha dato a Spalletti la certezza di aver fatto breccia anche nel 30enne romano. Non che prima Candreva tirasse indietro la gamba, ma sembrava mancargli la convinzion­e di poter abbinare lo sforzo in interdizio­ne alla giocata di fino. Sensazione confermata martedì scorso contro la Sampdoria. Di nuovo un binario d’acciaio con D’Ambrosio per un’altra prestazion­e tutta sostanza. Pagata nel finale quando l’azzurro, «ubriaco» di fatica come gran parte dei compagni, ha cercato l’ennesima ripartenza perdendo però un pallone da cui - dopo un cambio di gioco - è arrivato il gol del 2-3 di Quagliarel­la.

CACCIA AL PRIMO GOL Resta il fatto che, malgrado il recupero di Cancelo e la tentazione Karamoh, a Candreva Spalletti non intende rinunciare. L’esterno offensivo è tra gli otto interisti sempre titolari e lunedì a Verona andrà a caccia del primo gol in questo campionato. Anche l’anno scorso ci volle un po’ (ghiaccio rotto alla tredicesim­a, appunto nel derby) ma poi arrivò a quota 6. Cui bisogna aggiungere un centro in Europa League e uno in coppa Italia, unico dei suoi capace di segnare in tutte e tre le competizio­ni disputate. Il tutto in una stagione disastrosa per l’Inter. Ora che con Spalletti la squadra ha cambiato marcia, Candreva ha voglia di lasciare il primo segno. E dedicare una risata a chi lo fischia.

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LAPRESSE 791 Antonio Candreva, 30, è a caccia del primo gol stagionale

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