La Gazzetta dello Sport

INTER DA RECORD Torna seconda: mai 29 punti dopo 11 giornate

Segna Borja Valero poi il pari gialloblù arriva con un rigore dato grazie alla Var e realizzato da Pazzini Gol decisivo di Perisic con una cannonata

- BIANCHI, BREGA, CENITI, FROSIO, GRAZIANO, TAIDELLI

Sarti, Burgnich, Facchetti... Handanovic, D’Ambrosio, Skriniar... Se anche questa diventerà una filastrocc­a storica, lo dirà il tempo. Intanto per la quinta volta, la quarta di fila, Spalletti presenta la stessa formazione, la filastrocc­a comincia a delinearsi ed è un bel segnale per una squadra che nel passato recente ha avuto solo travagli e insicurezz­e, pochi punti fermi e tanti traballant­i. E comunque un po’ di storia quest’Inter «filastrocc­ata» l’ha già fatta: 29 punti in 11 giornate, frutto di nove vittorie e due pareggi. La migliore partenza dell’Inter nell’era dei tre punti. Davanti corrono tutte, dice Spalletti, ma l’Inter mica si tira indietro, anzi. Mantiene saldo il secondo posto, colleziona sassolini e successi, spettacola­ri come con la Sampdoria o pieni di sudore come con il Verona. A volte tira fuori la bellezza, più spesso ne esce con la forza. Per ora la solidità è l’imperativo categorico, la bellezza è il dolce contorno in attesa di diventare piatto forte. Forse al Bentegodi avrebbe potuto sudare di meno: a tratti si è rivista la vecchia Inter pazzerella e al contempo un po’ sbandata. Merito, anche, di un Hellas che a vederlo in questa occasione meraviglia sia così in basso in classifica. Per qualche minuto si è illuso di godersi almeno un pareggio, dopo il gran regalo frutto di retaggio da vecchia Inter, appunto. Ma la stupenda sassata dal limite del solito Perisic ha fatto crollare il castello di speranze del Verona, che spinto da un ottimo Cerci, finalmente, ha però cercato di riagguanta­re il risultato fino alla fine.

A SENSO (QUASI) UNICO Ci sono stati due Hellas. Il primo impaurito e raccolto, e il secondo, spavaldo e incisivo. L’Inter è partita con autorità, con un buon fraseggio a centrocamp­o e ordine in tutte le zone. Pecchia, al quale i delicati tifosi gialloblù devono volere molto bene visto che l’hanno fischiato e insultato prima di cominciare, nel suo 4-4-2 ha scelto Kean a fianco di Cerci con Pazzini in panchina. Il Verona ha cercato invano di bloccare le linee di passaggio dei nerazzurri ma perlomeno era concentrat­o in difesa e con un Romulo scatenato per le ripartenze e molto attento su Perisic. L’esterno destro ha creato il primo pericolo scambiando con Cerci e trovandolo in area con un cross preciso. Il tiro a colpo sicuro però è stato murato da Miranda. E’ stata l’unica occasione dell’Hellas, che perlopiù badava a non prenderle e tenere dieci uomini dietro la linea della palla. All’Inter mancava un po’ di ritmo per superare le barriere. Senza velocità la banda Spalletti risultava prevedibil­e non avendo uomini di grande fantasia e con Borja Valero generoso ma troppo «inquadrato». Ma verso il tramonto del primo round l’Inter è stata brava ad approfitta­re del primo vero momento di sbandament­o della difesa. Il cross da destra di Candreva l’ha trovata completame­nte impreparat­a: Heurtaux e (soprattutt­o) Caracciolo sono stati scavalcati dal pallone e Borja Valero con un tocco sotto misura ha provato la primo gioia in nerazzurro. Guarda caso col Verona, la sua vittima preferita anche ai tempi della Fiorentina. Il risultato, all’intervallo, non faceva una piega.

DAL PAZZO AL FENOMENO L’Inter è partita forte anche nel secondo tempo spaventand­o Nicolas con due tiri di Icardi e Vecino fuori misura. Ma intanto il Verona stava crescendo e con un’ottima iniziativa di Cerci (tiro alto) ha dato le prime avvisaglie di vitalità. Ma c’è voluto un pasticcio nerazzurro per consentire al Verona di pareggiare. Va bene che il diktat è giocare sempre la palla, ma in questo caso forse sarebbe stato meglio spazzare. L’appoggio indietro di Gagliardin­i a D’Ambrosio, stavolta in serata storta, è pulito, molto meno quello di ritorno del difensore che viene intercetta­to da Cerci. Handanovic, in uscita dispera-

vantaggio con Borja, i nerazzurri gestiscono male e agevolano il pari dell’Hellas: Pazzini su rigore. Poi la perla di Perisic che vale il secondo posto

ta sull’ex granata prende tutto: pallone e giocatore. L’arbitro Gavillucci lascia correre ma poi sulle proteste dei veronesi ricorre alla Var e fa marcia indietro: rigore. Nell’attesa della decisione Pazzini aveva sostituito un Kean maltrattat­o dall’impeccabil­e Skriniar e ha segnato il rigore più veloce del west. Da lì è seguito un momento di terra di nessuno, dove con le squadre allungate poteva succedere qualunque cosa. L’Inter non era più l’emblema della solidità ma ha reagito bene e dopo una zuccata sulla traversa di Vecino, ci ha pensato Perisic con una prodezza dal limite a risolvere la questione. Mancavano più di 20 minuti alla fine ma il Verona, che ha reagito come una tigre ferita, ha mancato di lucidità. Niente da fare: è il tempo dell’Inter, che vuole correre veloce come le solite note dei quartieri alti.

 ?? LAPRESSE ?? Il gran tiro di Ivan Perisic, 28 anni, per il 2-1 dell’Inter: è il quarto gol del croato in questo campionato
LAPRESSE Il gran tiro di Ivan Perisic, 28 anni, per il 2-1 dell’Inter: è il quarto gol del croato in questo campionato
 ??  ?? L’esultanza di Ivan Perisic, 28 anni A Verona ha realizzato la quarta rete in campionato
L’esultanza di Ivan Perisic, 28 anni A Verona ha realizzato la quarta rete in campionato
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