La Gazzetta dello Sport

Allegri vuol salire sull’ottovolant­e della Champions

Già sette qualificaz­ioni su sette partecipaz­ioni: «Ma è merito dei giocatori». Buffon: «Siamo pronti»

- INVIATO A LISBONA cont

Intraveden­do l’en plein, otto qualificaz­ioni agli ottavi su otto Champions League da tecnico, Massimilia­no Allegri ha usato fantasia e ironia: improvvisa­mente si è immaginato Sturaro portiere e Mandzukic difensore. Accanto a lui, poco prima, anche Gigi Buffon aveva ironizzato sulle sue amicizie importanti: «Gioco solamente perché sono vicino al presidente Andrea Agnelli…». In realtà, il tecnico bianconero si è fatto sillabico davanti al vero nodo della formazione: «Come terzino le soluzioni sono: Sturaro, De Sciglio, Cuadrado. Barzagli? Difficile», ha detto nella pancia dello stadio Alvalade. Oggi c’è lo Sporting e le opzioni non sono necessaria­mente in ordine di preferenza: da settimane l’idea di piazzare i riccioli del colombiano in basso a destra frulla nella testa e a volte ha trovato applicazio­ne in allenament­o. «Se gioca Juan terzino, metteremo uno davanti, che può essere Bernardesc­hi o Mandzukic, con Costa a sinistra; altrimenti tre centrocamp­isti, due trequartis­ti e una punta», ha aggiunto.

LA QUALITÀ DELLA ROSA Alla fine, però, Allegri potrebbe indossare il solito abito ed evitare rivoluzion­i in una gara scivolosa: «Lo Sporting ha grande tradizione ed è tosto, difende bene e qui in casa gioca in maniera diversa: servirà umiltà, attenzione e gestione dei mo- menti. Le otto qualificaz­ioni agli ottavi di finale in otto Champions League? Sarebbe un risultato importante, ma solo merito dei giocatori che ho avuto». Lui quest’anno usa di più quelli che hanno sbalordito l’anno passato e non è certo un caso: «Sono arrivati ottimi acquisti, sia per l’immediato che per il futuro: la società ha migliorato la qualità della rosa, perché migliorare quella degli 11 non era semplice», ha ammesso il tecnico.

MASCHI

Gigi, più che l’amico di Andrea Agnelli, è sempliceme­nte una leggenda. Ovunque, Portogallo compreso. Qui c’è chi vorrebbe vedere il campione d’Europa Rui Patricio, portiere dello Sporting, come suo erede al top: «E’ ormai di livello internazio­nale da anni ed estremamen­te affidabile»; lo ha benedetto Buffon. Nella conferenza pre-Sporting ha pure riso in faccia all’età: «Ho passato gli stessi cinque anni allo stesso modo: a 35 stavo come oggi, e lo devo ai miei allenatori. Me lo ha insegnato la Juve: lavorare senza guardare la carta d’identità. Il modo migliore è svegliarsi al mattino e andare a Vinovo». Il modo migliore per stare sereni in Champions, invece, sarà un successo portoghese e anche su questo Gigi ha idee rotonde: «L’intento iniziale è proporre calcio poi, a seconda delle sensazioni, uno capisce se c’è la possibilit­à di osare. Spero che la Juventus sia diventata intelligen­te e consapevol­e: ci sono partite in cui ti puoi permettere di essere un po’ meno prudente e altre in cui non puoi». In ogni caso, all’Alvalade servirà condire il tutto con un po’ di machismo: «Dobbiamo fare una partita seria e “maschia”. Esaltando la mascolinit­à della squadra», ha continuato il capitano bianconero. Nel complesso, però, dopo la scossa contro il Milan, la squadra sembra cambiata. In meglio. Nel corpo e nella testa, a sentire Buffon: «La condizione fisica è cresciuta e quella mentale, il nostro problema qualche settimana fa, è più allenata».

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REUTERS Gianluigi Buffon, 39 anni, è alla Juventus dal 2001-02
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REUTERS Massimilia­no Allegri, 50

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