La Gazzetta dello Sport

Fiducia Conte «Il Chelsea non è quello dell’andata»

Morata torna sull’intervista alla Gazzetta: «Io ok a Londra, ma in futuro chissà»

- Davide Stoppini ROMA

Il confronto arricchisc­e, in qualsiasi ambito: lavoro, amicizia, amore. Pure nel calcio, sia chiaro. Prendi il Chelsea, i giornalist­i inglesi e il simpatico fuoco amico che ha accerchiat­o Alvaro Morata, dopo l’intervista pubblicata ieri dalla Gazzetta. Tutto il mondo è paese, vien da pensare ad ascoltarla con le orecchie di chi ha spesso sentito usare la scusa della «pressione mediatica» per giustifica­re mancati successi. Da queste parti ci ha già pensato Eusebio Di Francesco a ridimensio­nare il tutto. In zona Chelsea, invece, Morata è finito sotto accusa per queste parole dell’intervista: «A Londra sto bene, mi affascina la multietnic­ità, la convivenza di culture e religioni, ma non ci vivrei a lungo. Troppa grandezza, troppo stress, troppa metropoli». Apriti cielo. A Londra l’hanno interpreta­ta come una presa di distanza un po’ repentina per uno spagnolo arrivato solo tre mesi fa in Inghilterr­a, incidental­mente per una cifra di 80 milioni di euro. E allora eccolo Morata, che prova a giustifica­rsi di fronte a una, due, tre domande sull’argomento: «È stata un’incomprens­ione, forse un problema di traduzione», dice lui. Evidenteme­nte riferendos­i al modo in cui l’intervista è stata riportata in Inghilterr­a: solo quello può essere il problema di traduzione, visto che la chiacchier­ata con la Gazzetta è stata fatta e scritta nella stessa lingua, ovvero in italiano. E infatti poi l’attaccante spiega: «Quando parlavo di città stressante, il mio riferiment­o era al futuro – ancora l’ex juventino –. Londra è una città dove ora sto bene, ma per il futuro non so. È normale che abbia voglia di tornare a vivere dove sono nato e cresciuto». E ancora: «Se resterò a Londra per tutti i cinque anni di contratto? Magari anche dieci, se me lo proponesse­ro. Ma per rimanere a lungo qui dovrò essere bravo io a fare tanti gol, altrimenti il Chelsea prenderà altri attaccanti. Vorrei iniziare già con la Roma, a cui non ho mai segnato».

PRIMA VOLTA PER CONTE Di Morata chiedono pure ad Antonio Conte: «Con lui ho parlato, a me ha detto di essere felice a Londra». È la prima volta che l’ex c.t. azzurro torna in Italia da avversario. E lo fa con un dubbio grande così di formazione, quello legato al francese Kanté. Ieri mattina a Londra il centrocamp­ista si è allenato regolarmen­te, la sensazione è che possa partire dalla panchina anche in consideraz­ione dell’impegno di domenica dei Blues contro il Manchester United: «Ci parlerò per capire le sue sensazioni e prenderemo la decisione migliore, per lui e per noi», spiega Conte. Il doppio impegno non lo spaventa: «Penso a una partita alla volta, quella più importante è la prossima con la Roma – ancora il tecnico –. Loro sono una squadra in forma, ma noi siamo qui per fare punti. Il girone è complicato, essere in testa è positivo, ma c’è da stare attenti. Siamo in emergenza da inizio stagione, ma rispetto all’andata abbiamo superato il momento delicato». Lo dice a bassa voce, ma è una trappola.

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GETTY Antonio Conte, 48 anni
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