Mondiali 2020, Vicenza sorride L’Uci dà tempo fino a febbraio
Il termine delle 6 settimane è stato prorogato Ma ora serve un accordo politico
Più che in una corsa di ciclismo, il Mondiale su strada del 2020 già assegnato sub-judice a Vicenza deve trasformarsi in un accordo politico-sportivo per mandare al proprio posto tutti i tasselli. L’Uci, la federciclo mondiale, aveva dato la rassegna iridata all’Italia (e quindi a Vicenza) nel Direttivo del 19 settembre a Bergen (Norvegia), con un tempo-limite di sei settimane per fornire sia le garanzie economiche sia l’appoggio politico del governo italiano. A quanto risulta alla Gazzetta, la data dal 5 novembre è stata spostata al 2 febbraio, quando si svolgerà a Valkenburg (Ola) il Direttivo Uci durante i Mondiali di ciclocross.
FIDUCIA Questo slittamento dei termini è importante: da un lato, dà fiducia agli organizzatori vicentini (Claudio Pasqualin e Moreno Nicoletti in testa) che con gli uffici dell’Uci stanno sistemando tutti gli aspetti del dossier (già depositate garanzie per metà del budget richiesto dalla federciclo internazionale, pari a 15 milioni); dall’altro, impone un faccia a faccia tra governo e Regione Veneto. Quest’ultima, con il governatore Zaia, è il primo sponsor del Mondiale che presenta una prova su strada da spezzare il cuore (partenza da piazza San Marco a Venezia e arrivo a Vicenza), però l’Uci chiede un impegno chiaro del governo italiano (e quindi del ministro dello sport, Lotti), piuttosto freddi in questi mesi. Sullo sfondo ci sono le elezioni politiche in primavera e il referendum in Veneto, che si è trasformato in un plebiscito per Zaia. Determinante sarà, come sempre, l’azione di Renato Di Rocco, presidente della Federciclismo e vicepresidente di quella mondiale, che ben sa quanto l’Italia meriti di organizzare la massima rassegna: in particolare, sarebbe il sigillo sul nuovo ciclo vincente del ciclismo italiano, dagli juniores alla pista.