Borja Valero «operaio» specializzato Per l’Inter fa anche gol
1Sempre titolare, ora è tornato trequartista e il gioco s’è acceso. Nella «sua» Verona la prima rete
L’«operaio» (specializzato) Borja Valero è così normale da risultare indispensabile. Non è il più alto, non è esplosivo, non ha il tiro di un cecchino, nello scatto va via a pochi. Eppure annusa le situazioni pallonare come un cane da tartufo. Dove non può la gamba, arriva la velocità della mente. E la sua semplicità fa andare fuori di testa un uomo legato alla terra come Luciano Spalletti. Borja Valero è il normalizzatore che non ti strappa il gridolino ma fa girare una squadra ed esalta le unicità dei compagni. Lo spagnolo non è una manna per i malati del fantacalcio. In nerazzurro non ha ancora servito un assist ed è dovuto tornare nel «suo» Bentegodi per trovare il primo gol. Eppure dove lo metti sta e domenica contro il Torino giocherà la dodicesima gara da titolare su 12. Un unicum a centrocampo, reparto dove malgrado ci siano appena cinque uomini per tre maglie Spalletti ama applicare il mantra «il folto che ruota molto» anche a livello di turnover. Borja trequartista era un esperimento che sembrava naufragato dopo un tempo, il 26 agosto in casa della Roma. Lui a faticare tra le linee, Gagliardini e Vecino in apnea contro degli «ossi» come Strootman, De Rossi e Nainggolan. Nell’intervallo Spalletti toglie l’azzurro (al tempo fuori condizione), inserisce Joao Mario e abbassa lo spagnolo. I conti tornano e da quel giorno i ballottaggi in mezzo diventano tra Gagliardini e Vecino per affiancare l’«operaio del calcio» (cit. Valero) e tra Brozovic e Joao sulla trequarti.
FATAL VERONA Il croato finalmente si accende (inizio ottobre) a Benevento, ma subito si ri spegne causa infortunio al polpaccio. A metà mese, dopo la sosta, c’è il derby. Anche prima che Joao alla vigilia si arrenda ad una tonsillite acuta, Spalletti ha deciso che si torna alle torri gemelle davanti alla difesa, con Borja libero di fiutare zolle e tempi giusti per legare e registrare la squadra. Quella notte viene aggiunto un mattone importante alla casa nerazzurra. Perché da allora l’Inter ha aggiunto il bel gioco ai risultati e si sono esaltati anche i tre uomini offensivi. Candreva e Perisic hanno chi li fa girare a mille, Icardi dialoga bene con l’uomo che completa il 90,7% dei passaggi. E che a Verona - sotto agli occhi della moglie Rocio e dei figli Alvaro e Lucia - ha fatto vedere l’inserimento in area tanto caro a Spalletti, sfruttato il cross di Candreva e il fatto che Maurito gli portasse via l’uomo per il piattone vincente. Quarto gol al Verona, terzo al Bentegodi dopo la doppietta del dicembre 2013 con la Fiorentina.
ALTRI NUMERI Utile sempre, Borja da «10» ha cambiato i propri numeri. Da 0,57 occasioni gol create a gara è salito a 1,25; i cross sono raddoppiati (1 contro 0,43) e la precisione al tiro lievitata dal 25 al 67%. Brozovic e Joao avranno presto nuove occasioni - anche perché Gagliardini è diffidato -, ma dell’operaio Borja l’Inter non vuole e può fare a meno.