Nostalgia Georgatos «Indimenticabile S. Siro E quell’assist col Toro...»
«Certo che seguo ancora l’Inter: la guardi e dici “Ognuno sa cosa deve fare”, Spalletti dà un’idea di calcio precisa alle sue squadre. Lo scudetto? Discorso a tre con Juve e Napoli»
Grigoris, che tempi quei tempi, eh? L’incontro nei corridoi dello stadio Karaiskakis è un appuntamento con la memoria, e la pelata di Grigoris Georgatos spolverando ricordi luccica sempre di più. Non sono quelli degli anni da d.s. e responsabile del settore giovanile dell’Olympiakos, no: molto più indietro con il tempo, e il sospiro non è malinconico come quelli che lo allontanarono dall’Inter. Arrivò, partì, tornò e se ne andò per sempre, vinto da un vuoto dentro che un brasiliano avrebbe definito saudade, e infatti Ronaldo così lo prendeva in giro: “Guarda che quella ce l’abbiamo noi...”. Diciotto anni fa: il sospiro è nostalgico, semmai. «Avrei dovuto avere allora la testa di oggi: non me ne sarei andato dall’Inter così presto».
Ricorda chi ci restò più male?
«Bobo Vieri. Mi diceva: “Non ti stancare mai di crossare, poi ci penso io”. Quando ero triste mi portava all’Hollywood con lui, mi faceva entrare nel privé: forte, Bobo».
Disse anche di aver conosciuto pochi che facevano piovere cross come lei. E da allora è piovuto molto meno, dalla fascia sinistra.
«Ma ora Spalletti è molto soddisfatto di Nagatomo, no?».
Ah, dunque segue ancora l’Inter...
«Seguo il calcio, come potrei non seguire l’Inter. Ogni tanto metto ancora quella maglia, con gli Inter forever. A giugno abbiamo giocato a Creta, c’erano Toldo, Materazzi, Chivu, Kallon, Suazo...».
Diceva, di Spalletti?
«Grande esperto della Serie A, e questo conta. Un allenatore che dà un’idea di calcio precisa alle sue squadre: guardi l’Inter e dici “Ognuno sa cosa deve fare”. Poi i risultati aiutano: ti danno sicurezza e avvicinano la tua gente».
A proposito: più di settantamila a San Siro per Inter-Torino di domenica.
«Che bei ricordi il Torino, e anche San Siro: quando mi scrissero quello striscione “Grigoris, Milano ti ama” non ci volevo credere, ogni tanto riguardo ancora le foto. Stavo davvero bene solo quando mi allenavo alla Pi-
netina e quando giocavo, meglio se a San Siro. Ha visto che bolgia era il Karaiskakis per Olympiakos-Barcellona? Ecco, San Siro sa essere così, ma con il doppio degli spettatori».
E il Toro cosa le ricorda?
«Il mio primo vero assist per Vie-
ri, quello con il Verona non vale perché il gol lo inventò lui. Fu su punizione: vincemmo 1-0, mi pare. Da quel giorno, se la posizione era giusta per il mio sinistro, lasciarono calciare anche me. E non mancava chi potesse tirarle: Baggio, Seedorf, Recoba, Ronaldo...».
E quando la scambiarono per Ronaldo se lo ricorda?
« Amichevole a Zurigo con il Grasshopper: segno dopo aver dribblato tre avversari e lo speaker, confondendo le pelate, urla “Gol di Ronaldoooo”. E lui, dopo la partita: “Quel gol era talmente bello che hanno pensato l’avessi fatto io”. Quell’anno, quando Ronnie si fece male, cambiò tutto. Peccato: ci sentivamo forti, forti da vincere lo scudetto».
Anche questa Inter è forte da vincere lo scudetto?
«Per me se lo gioca con il Napoli e la Juve: rispetto a loro ha il vantaggio di potersi concentrare su una sola partita alla settimana e la concentrazione, dunque la continuità, è sempre stata uno dei grandi problemi dell’Inter».
L’ultima, Grigoris: meglio Vieri o Icardi?
«Attaccanti diversi, anzi molto diversi. Però identici in una cosa: il gol sempre in testa. E io mi divertivo a metterli a Bobo sulla testa».