C’è il Palermo, Zeman è diviso In caso di k.o. rischia grosso
«Quella città ormai è diventata casa mia» Il Pescara cerca il riscatto oggi nell’anticipo
Ex di turno una settimana sì e l’altra pure, inevitabile vista la sua lunga carriera. Ma Palermo è un’altra storia. È la sua storia. Arrivato in Sicilia nel 1966 in vacanza, a casa dello zio Cesto Vycpalek, che gli ha fatto da secondo padre, Zdenek Zeman si è legato per sempre alla città. Stasera, però, all’Adriatico, dovrà badare al sodo. Sul campo, infatti, incon- trerà l’attuale regina della B e potrà essere lui a dare continuità alla «maledizione del primato» che sta colpendo tutte le squadre passate, in queste prime 12 giornate, dalla vetta.
CASA SUA Il Palermo, tornato al comando sabato, ce la farà a mantenere la posizione o le vertigini lo faranno cadere di nuovo? Proprio Sdengo, un pezzo di cuore della Palermo calcistica, potrebbe rompere l’incantesimo. Al boemo e al Pescara interessa tornare a vincere dopo due sconfitte e una preoccupante involuzione. Gli abruzzesi non possono permettersi di sbagliare ancora, proprio oggi che arriva la squadra del cuore di Zeman. «Palermo è casa mia, ho lavorato lì per 9 anni nelle giovanili, mia moglie è palermitana e i miei figli sono nati lì. So che faranno il tifo per me, anche se in città ci sono tutti i nostri parenti», se la ride.
RICORDI Il calcio italiano per il boemo è colorato di rosanero, lì ha anche insegnato educazione fisica al Gonzaga, mentre iniziava la carriera da allenatore. «L’antistadio è intitolato a mio zio Vycpalek, in quel posto mi sento di casa. Una piazza calcisticamente importante, anche se oggi il pubblico si è un po’ defilato perché abituato a vedere da tempo la Serie A. E Zamparini ha portato giocatori di livello mondiale, non va dimenticato». Anche a Pescara l’ambiente è freddo dopo le ultime prove deludenti. Un terzo k.o. potrebbe mettere in discussione la leadership del tecnico e aprire la crisi. Ma Zeman sprizza ottimismo: «Le ultime due partite sono state giocate molto meglio di quelle che abbiamo vinto. Voi vi focalizzate sul risultato e forse non sapete leggere la partita. Io voglio profondità, una squadra incisiva. Siamo noi che ce la complichiamo. I ritmi mi piacciono, ma solo con i centrocampisti e gli attaccanti, non con il collettivo. I dati dicono che il volume di gioco è aumentato. L’aggressività è aumentata. Mancano solo i gol». Torneranno contro la capolista?
tecnico boemo: «Moglie e figli sono palermitani e lì ho lavorato nove anni. Ho tanti tifosi»