La Gazzetta dello Sport

Linea dura sulla Catalogna In carcere sette ministri

Giudice spagnolo manda in cella pure il vicepresid­ente Junqueras Chiesto mandato d’arresto europeo per Puigdemont, fuggito in Belgio

- Francesco Rizzo

Con una decisione quasi simbolica, sono tutti nella comunità autonoma di Madrid le cinque prigioni in cui ieri sono stati distribuit­i i membri del governo catalano accusati di «ribellione» e per i quali la giudice della Audiencia Nacional, Carmen Lamela, ha ordinato l’arresto. Ipotesi di reato: ribellione (pena massima, 30 anni), sedizione e malversazi­one. È la durissima risposta alla dichiarazi­one di indipenden­za della Catalogna e coinvolge gran parte dei membri dell’esecutivo catalano destituito dal governo centrale spagnolo; si tratta dell’ex vic e p r e s i d e n te Oriol Junqueras e di sette ex ministri: Jordi Turull ( Presidenza), Josep Rull (Territorio), Meritxell Borràs (Relazioni istituzion­ali), Raül Romeva (Esteri), Carles Mundó (Giustizia), Dolors Bassa (Lavoro) e Joaquim Forn (Interno). A loro si aggiunge Santi Vila, consiglier­e della Genera- litat ma critico con le ultime mosse del Govern catalano e unico ad aver risposto, per meno di un’ora, alle domande del magistrato: pagherà solo oggi 50 mila euro di cauzione e quindi trascorrer­à in carcere 24 ore «per solidariet­à». Per la Lamela, che ha accolto le ri- chieste della procura, il carcere si giustifica con il rischio di fuga, reiterazio­ne del reato e distruzion­e di prove: «Basta ricordare il fatto che alcuni denunciati già si sono spostati in altri Paesi, per eludere responsabi­lità penali in cui sarebbero potuto incorrere». Riferiment­o all’ex governator­e Carles Puigdemont e ad altri quattro membri del Govern deposto,

A sinistra, Joaquim Forn, Raül Romeva e Dolors Bassa, tre destituiti ministri catalani, prima di venire interrogat­i a Madrid; sopra, la protesta a Barcellona

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