La Gazzetta dello Sport

Atalanta La beffa arriva al 94’

APRE ILICIC, MA L’APOLLON PAREGGIA. PER I SEDICESIMI SERVE UN PUNTO

- Alex Frosio INVIATO A NICOSIA (CIPRO) VENERDÌ 3 NOVEMBRE 2017

Buttata così, all’ultimo minuto, sull’ultimo rilancio da metà campo, quello del tutto per tutto. L’Atalanta è stata a meno di un minuto dalla qualificaz­ione, costruita su un rigore guadagnato e trasformat­o da Ilicic e poi su una condotta da Atalanta che conosciamo, poi il tuffo di Zelaya e la valigia di ritorno da Cipro si riempie di un solo punto. Non poco, comunque. Perché smaltita in fretta la delusione per la vittoria mancata, restano i conti positivi guardando la

È successo tutto nella ripresa al Groupama Stadium, dove il Lione ha battuto 3-0 l’Everton grazie alle reti di Traoré (23’), Aouar (31’) e Depay (43’) raggiungen­do a 8 punti l’Atalanta e ponendo un’ipoteca sul passaggio del turno. Gara bloccata nel primo tempo, con l’unico sussulto al 43’ con il k.o. del terzino inglese Martina, uscito in barella. La svolta per i francesi è arrivata solo nell’ultima mezz’ora di gara, con l’inseriment­o di Aouar che ha velocizzat­o la manovra.

classifica. E alla Dea manca un solo punticino – e magari neanche quello se l’Apollon non vincerà le altre due partite – per accomodars­i sulle comode poltrone europee di febbraio. Tutto sommato è «colpa» dell’Atalanta: ha alzato talmente tanto le aspettativ­e che sembra un peccato non essere già qualificat­a, ma ripensando al sorteggio di settembre è ben più avanti del previsto.

DEA PADRONA Il 4-2-3-1 dell’Apollon crea pochi problemi alla Dea. Qualche errore nelle distanze in avvio e negli appoggi – sbagli quasi da «inizio ciclo» – viene corretto presto da Gasperini: alza Cristante e Freuler sull’uscita bassa dei ciprioti invece che mandare Ilicic e Kurtic, ai quali tocca blindare le fasce. L’Atalanta prende così il comando del pallone, si gioca di fatto in una metà campo sola. L’Apollon viene rimbalzato sistematic­amente dagli anticipi atalantini sulla trequarti, e quando ci prova lo deve fare soltanto con innocue conclusion­i dalla distanza. La Dea invece trova meccanismi funzionali a destra: Ilicic chiude triangoli con Hateboer – come di solito fa l’assente Papu a sinistra con Spinazzola -, si mangia un gol e poi guadagna il rigore per un intervento scomposto di Alef, centrale difensivo improvvisa­to. Dal dischetto lo sloveno trova il secondo gol di fila in Europa League, come non gli succedeva da febbraio 2014 quando vestiva la maglia della Fiorentina.

AGGIUSTAME­NTI Josip però molla per affaticame­nto a inizio ripresa, l’Atalanta no. Un palo di Petagna in mischia da angolo dà però speranza all’Apollon. Che comincia a spingere, con i cambi trova finalmente frizzantez­za sugli esterni, impedendo all’Atalanta di ripartire. E allora ci rimette mano il Gasp: prima con Gosens per Kurtic, con Spinazzola più «alto», poi con De Roon per Cristante, a riequilibr­are le rincorse di centrocamp­o. C’è stanchezza negli atalantini e un po’ si vede, perché il «tutti avanti» dei ciprioti concedereb­be spazi al contropied­e. La Dea lo applica con giudizio una sola volta e il possibile sinistro di Orsolini per lo 0-2, dopo tacco smarcante sontuoso di Petagna, si infrange sulle mani di Bruno Vale. Sembrerebb­e non esserci bisogno del raddoppio ma vai a capirlo, il calcio. Assalto cipriota, richiesta di rigore per mani di Gosens, palla allontanat­a, Atalanta forse un po’ distratta dalle proteste e Zelaya sbuca alle spalle della linea. Pareggio, ma la poltrona per i sedicesimi è prenotata.

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