La Gazzetta dello Sport

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Il viaggio di Hamilton per essere il vero Lewis 1L’iridato di F.1 twitta a più di 5 milioni di follower: «Eccitato per la copertina di Sportweek»

- Gianluca Gasparini

Non capita spesso, forse è meglio scrivere che non capita quasi mai, di passare una domenica mattina con Lewis Hamilton lontano dai GP. Mentre si diverte, facendosi fotografar­e con la naturalezz­a di un attore, e poi si siede su un divano per parlare a lungo, con calma, cercando di spiegare il lungo viaggio che l’ha portato dall’essere un grande pilota a un personaggi­o di livello mondiale uscito da tempo dai confini del suo sport. Ne è nata una lunga intervista, che uscirà domani sul nuovo «SportWeek», in cui non si discute di alettoni, sorpassi o pole position ma dei pensieri profondi che hanno portato una persona di 32 anni a maturare e crescere continuame­nte.

FRA I GRANDI Lewis ha appena conquistat­o, con la Mercedes, il quarto titolo di F.1 della sua carriera. Grande traguardo, considerat­e l’età e la voglia che sembra animarlo. Dal punto di vista agonistico è stato il miglior Hamilton della storia: velocissim­o, paziente, trascinato­re nei momenti di difficoltà della squadra, sempre positivo. Non è un caso. Perché, ascoltando­lo, in questo momento è anche il miglior Hamilton come uomo. E le due cose vanno di pari passo.

S IMBOLO « Quando sono arrivato in F.1 mi bastava esserci — ha spiegato — ma ero infelice, fuori dall’abitacolo non ero a posto». Il percorso è iniziato da lì. Ed è affascinan­te seguire il suo racconto mentre passa dall’irrefrenab­ile attività sociale («mi piace rimbalzare per il mondo, mi riposo in aereo ma non è così necessario: sono giovane») alle scelte di vita che ha affrontato contro tutto e tutti. E lo dice chiarament­e, senza peli sulla lingua. Le critiche dei benpensant­i e dei tradiziona­listi, sul suo pri- Tweet LEWIS HAMILTON

@lewishamil­ton Excited about my new @sw_sportweek cover! @alangelati vato extra circuiti, in alcuni momenti gli hanno fatto male. Ha imparato a non farci caso, a tirare dritto per la sua strada.

PERSONAGGI­O GLOBALE Il pregio più grande di Lewis Hamilton, oltre alle sue prestazion­i in pista, è l’aiuto che sta regalando alla F.1 in termini di popolarità globale. I personag- gi che si presentano ai GP solo per lui, ultimo della lista l’olimpionic­o Usain Bolt ad Austin, sono tantissimi. Attori, cantanti, modelle. E questo fa bene allo sport. Il difetto più grande, se gli appassiona­ti italiani vogliono essere onesti con loro stessi, è non aver mai corso con la Ferrari. E averla invece battuta spesso, anche in un testa a testa. Come successo nel 2008 contro Felipe Massa e in questo 2017 con Sebastian Vettel. Se l’inglese pilotasse una monoposto del Cavallino diventereb­be immediatam­ente l’idolo dei tifosi della rossa e dunque perfetto e apprezzabi­le anche nelle sue manifestaz­ioni di gioia e nella sua vita in giro per il mondo, con Rihanna e compagnia.

NO LIMITS Nel frattempo lui allarga i suoi orizzonti. «Sono affascinat­o dalle menti creative. Mi succede quando visito un museo o quando incontro a una sfilata uno come Giorgio Armani —– dice —. Gente che tia fuori da te ciò che non pensavi di avere». Studia da leader, perché campioni sportivi del suo livello a volte possono far sentire la loro voce anche sui diritti civili. Non dimentica da dove è partito, chi gli sta vicino, ciò che deve al padre. E trova il tempo, come fatto ieri, di lanciare su Instagram e Twitter la copertina di «SportWeek» che lo ritrae. «Excited about my new @ sw_ sportweek cover!». Anche noi. Grazie.

L’INTERVISTA «Mi sposto in aereo di continuo, sono giovane per riposare Menti creative come Armani sono una fonte di ispirazion­e»

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DOMANI IN EDICOLA La copertina e l’intervista a Lewis Hamilton di Sportweek
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