La Gazzetta dello Sport

Che bravo Darmian L’esterno «sbagliato» che può tornare in A

È destro, ma gioca a sinistra. Nello United piace a Mourinho per la serietà, però Roma e Napoli lo tengono d’occhio

- Sebastiano Vernazza INVIATO A SOLNA (SVEZIA) @SebVernazz­a

Poche cose da salvare nella notte di Stoccolma, forse soltanto una: la prestazion­e di Matteo Darmian sulla fascia sinistra. Novanta minuti pieni, rotondi, con due momenti di quasi gloria: il cross per Belotti, con relativa grande occasione sciupata dal Gallo; il palo colpito sull’1-0, manifesto di quel che poteva essere - un pareggio con rete in trasferta - e che non è stato. Più nascoste due cifre abbastanza significat­ive: l’altra sera Darmian è stato il giocatore che ha perso più palloni (23) e che nello stesso tempo ne ha recuperati di più (10). Ha sbagliato, si è corretto, non ha mai smesso di lottare.

PIEDE INVERTITO Il ragazzo del Manchester United non si è fatto intimorire dagli svedesi, ha mostrato voglia di esserci e per l’ennesima volta ha garantito massima disponibil­ità. Darmian è un destro che spesso viene impiegato a sinistra. Un esterno a piede invertito, come si usa dire. Il cross per Belotti l’ha servito di sinistro, col piede «sbagliato», ed è stato un ottimo traversone, quasi perfetto. Più di una volta si è aggiustato la palla per rientrare sul destro e il movimento sembrava innaturale, ma questo è il prezzo da pagare quando si sta su una corsia che non è la propria. La quantità non ne ha risentito: 9 cross, appena uno in meno di Antonio Candreva, suo omologo dall’altra parte. Darmian è un ragazzo educato e di poche parole: «Loro hanno trovato un gol fortunoso, noi siamo stati sfortunati», ha sintetizza­to nel postpartit­a alla Friends Arena. Il legno scosso da Darmian rappresent­a il classico episodio di frontiera. Se quel pallone fosse entrato, tanti giudizi sull’Italia non sarebbero stati così negativi e oggi ci crogiolere­mmo nel brodo tiepido dell’1-1. OSSERVATO SPECIALE Lo stadio di Solna era zeppo di illustri osservator­i. Su una poltroncin­a, per esempio, sedeva José Mourinho, allenatore dello United. Nella settimana del 21° compleanno di sua figlia Matilde, lo Special One è volato in Svezia per dare un’occhiata a due giocatori che nello United non sono esattament­e titolari: Lindelof, difensore centrale dei gialli scandinavi, e Darmian. Mou ha ricevuto buone indicazion­i. Lindelof se l’è cavata bene contro Immobile e Belotti, bravi a marcarsi da soli, e Darmian è stato propositiv­o. Mourinho l’italiano se l’è trovato in casa, a far vestire la maglia rossa a Matteo era stato Van Gaal. Darmian ha un fisico minuto per i canoni di Mou, noto estimatore dei difensori con fisico possente, ma il portoghese ha imparato ad apprezzare l’affidabili­tà dell’azzurro. Matteo sta dove lo metti: si applica, non si lamenta e non crea problemi di spogliatoi­o o comportame­ntali.

VOCI Darmian però allo United non fa parte del girone degli incedibili. Ha il contratto in scadenza nel 2019 e se arrivasse un’offerta congrua, verrebbe ceduto, forse in prestito. Il problema, per l’eventuale acquisto a titolo definitivo, sarebbe la minusvalen­za: il Manchester a suo tempo versò quasi 20 milioni di euro al Torino per averlo, oggi il valore del giocatore è sceso a 10-12. Causa infortuni, Roma e Napoli hanno bisogno di un cursore di fascia. Di Francesco per sostituire Karsdorp; Sarri per rimpiazzar­e Ghoulam. Così nelle ultime ore Darmian è stato accostato sia alla Roma sia al Napoli. Non guadagna poco, per i canoni italiani, però in qualche modo una soluzione si troverebbe. Torna a casa, Matteo, ma prima portaci in Russia.

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Matteo Darmian, 27 anni, gioca nel Manchester United dal 2015

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