La Gazzetta dello Sport

NIENTE VAR, ARBITRO K.O.: ITALIA SENZA DUE RIGORI

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Se l’eliminazio­ne dell’Italia apre all’Apocalisse (sportiva), la sfida di San Siro fa capire ancora di più come la Var sia indispensa­bile a certi livelli. Ieri direzione disastro di Mateu Lahoz, forse preoccupat­o dal polverone alzato per un sms (errore senza se e senza ma) di Tavecchio a Infantino dopo la balbettant­e prova del turco Cakir. E così lo spagnolo per essere al di sopra di ogni sospetto ha ignorato tutto quello che c’era da ignorare in area. Scelta che ha penalizzat­o entrambe le squadre, ma l’Italia che cercava il gol in avvio può recriminar­e di più perché il primo rigore (minuto 8) negato è su Parolo, messo giù da Augustinss­on. «Ha preso la palla» dice l’arbitro, ma il replay è impietoso: lo svedese tampona l’italiano. Poco dopo rischia moltissimo Darmian: tocca con la mano larga su un passaggio di Berg. Giudicato involontar­io, ma si poteva fischiare. Non ci sono dubbi, invece, quando Barzagli cerca e trova il pallone col braccio sull’imbucata di Forsberg (giallo per proteste): da penalty. Nella ripresa altro abbaglio arbitrale: vede un controllo col braccio di Darmian che in realtà stoppa di petto, poi Lustig gli rifila una ginocchiat­a al petto. Lahoz dà punizione agli svedesi, ignorando un rigore clamoroso: la Var avrebbe rimediato all’evidente errore. Sul resto, rischia il 2° giallo Chiellini per una gomitata.

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Lustig colpisce Darmian: era rigore, non visto da Lahoz

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