L’Italia volta pagina
Un big nel mirino: Ancelotti, Conte Allegri o Mancini 1Nel dopo Ventura inevitabile un ricambio generazionale. Possibili tempi lunghi col traghetto Di Biagio
Confidiamo che i milioni di italiani appassionati di calcio abbiano ottime tv, perché il Mondiale di Russia lo vedremo solo sugli schermi di casa. Se non pensassimo di annegare nella retorica e forse di mancare di rispetto ai drammi reali, potremmo dire che l’«apocalisse», la «tragedia», la «catastrofe» si sono tutte materializzate. Come nel 1958 siamo stati eliminati e il primo ad andare sul banco degli imputati, neppure a dirlo, sarà il commissario tecnico Gian Piero Ventura. La Federcalcio farà scattare la clausola che — nonostante il rinnovo di contratto fino al 2020 — accomiaterà l’ex allenatore del Torino e, virtualmente da oggi, comincerà un’altra storia, di cui però al momento si faticano ad individuarne gli sviluppi.
ANCELOTTI E CONTE
Logico che adesso tutta Italia voglia per la Nazionale un allenatore vincente, e in questo momento, per antonomasia, lo sono Carlo Ancelotti – il preferito – ed Antonio Conte. Il primo è libero ma bisogna vincere la concorrenza dell’Arsenal, che lo vuole per il dopo Wenger, mentre il secondo – pur legato al Chelsea – a fine stagione vorrebbe tornare in patria. Facile quindi? Non proprio. Entrambi viaggiano su ingaggi altissimi, e non sappiamo quanto un nuovo «escamotage» con gli sponsor, in stile Conte 1.0, possa essere vincente. Insomma, 4 milioni potrebbero essere messi (faticosamente) sul piatto. Di più si fa un po’ dura.
ALLEGRI E MANCINI
Il ritorno di Conte avrebbe le stesse difficoltà che ricoprono altri due profili che piacciono: Allegri e Mancini (non più osteggiato da Lotito), entrambi un filo più convinti da una esperienza come c.t. Tutti e due sono legati a società (Juve e Zenit), ma non è detto che al ri- chiamo della Patria vogliano sottrarsi, soprattutto in presenza di un ingaggio da top e non in stile Ventura (1,5 milioni tutto compreso).
DI BIAGIO
Tre scelte su quattro prevedrebbero un periodo di traghettamento della panchina (magari a Gigig Di Biagio, commissario tecnico dell’Under 21) con nobile vetrina, visto che in primavera giocheremo contro Inghilterra e Argentina, per poi in estate affidarsi a un peso massimo. «Io possibile traghettatore? Faccio parte della federazione – ha detto ieri Di Biagio –. Non devono neppure contattarmi». Proprio vero. Scontato però che nove mesi di lavoro si possono perdere solo avendo la certezza che uno dei tre accetterà (Ancelotti sarebbe pronto subito), altrimenti sprecare tutto quel tempo sarebbe un delitto per chi ne ha già poco. Quindi da oggi i telefoni saranno bollenti. INCOGNITE
Le scelte dipenderanno dai traballanti vertici federali, visto che è il presidente che alla fine dei giochi sceglie. Per questo le manovre di palazzo e le elezioni politiche previste a marzo 2018 potrebbero influire. Dunque è probabile che decisioni rapide non ce ne siano. A meno che non si scelga la strada dei quadri interni (Di Biagio), di suggestioni gradite al pubblico (Gianluca Vialli) o di ex campioni del mondo in carriera (Gattuso o Cannavaro, anche se gli ingaggi cinesi non sono comparabili). Una cosa è certa: la rivoluzione è cominciata, ma i sicuri vincitori ancora non sono chiaramente all’orizzonte.
LO SCENARIO Per i primi due nomi il grande problema è l’ingaggio: stipendi troppo alti Le scelte dipendono dai vertici federali e le elezioni di marzo potrebbero influire