La Gazzetta dello Sport

La Svezia è in paradiso: «Un sogno»

1Il c.t. Andersson: «Sono orgoglioso». Granqvist: «E’ il momento più bello della mia carriera»

- Jennifer Wegerup MILANO

L’euforia totale. Dopo 12 anni di assenza dal Mondiale la Svezia approda a Russia 2018. Davide ha ucciso Golia. La Svezia ha eliminato l’Italia grazie a un gruppo unito e a un c.t. bravo sia tatticamen­te sia ad unire la squadra e farla lottare fino alla fine. Il tecnico svedese Jan Andersson è rimasto tranquillo come sempre ma sorridendo e abbraccian­do tutto il tempo i suoi giocatori. Ma poi sono arrivate anche le lacrime. «Sono contento e orgoglioso. Abbiamo dovuto lottare tanto e ce l’abbiamo fatta», ha commentato l’allenatore degli svedesi. Felice anche Sebastian Larsson, che a 31 anni sapeva bene che questa era la sua ultima occasione di giocare il Mondiale: «Non so che dire, faccio fatica a descrivere che cosa provo in questo momento, a capire cosa sia successo. Ma siamo tanto felici e orgogliosi». Ancora con la maglia addosso, esce dallo spogliatoi­o dove i festeggiam­enti sono già iniziati, e parla della partita del Meazza: «Dopo il fischio finale abbiamo davvero goduto. Ma in questa doppia sfida abbiamo sofferto. Questo è stato uno dei giorni più lunghi della mia vita». Gli svedesi sono stati sotto pressione durante la partita ma non hanno avuto troppa paura, secondo Sebastian Larsson: «Gli azzurri hanno fatto tanto possesso palla e hanno fatto alcuni tiri vicino alla porta ma noi sapevamo di potercela fare perché sappiamo che lottiamo sempre insieme, fino alla fine. E così è stato». Ha anche ringraziat­o i tifosi svedesi che a San Siro cantavano l’inno nazionale «Du gamla du fria» («Tu vecchia, tu libera») e poi «Noi andiamo ai mondiali», ballando insieme. «Sono importanti­ssimi per noi. Li ringraziam­o di cuore, e ringraziam­o anche tutti quelli che sono a casa in Svezia. Questa vittoria nei playoff la dedichiamo a tutto il Paese, a tutti i tifosi gialloblù».

INCREDULIT­À L’attaccante Marcus Berg fa quasi fatica a capire che la piccola nazione con 10 milioni di abitanti ha battuto l’Italia con i suoi 60 milioni e anche con molto più potere nel mondo del calcio. «Sono quasi sotto choc. Quasi nessuno credeva in noi già nelle qualificaz­ioni, e certo non adesso nei playoff contro l’Italia che non perdeva un Mondiale da 60 anni. Sono state due partite durissime ma sono orgoglioso della nostra prestazion­e, anche nei momenti in cui non c’è stato un bel gioco abbiamo lottato».

COMMOZIONE Arrivano le lacrime negli occhi di Marcus Berg. «Abbiamo sempre creduto in quello che facciamo. Facendo le cose insieme, uniti, tutto è possibile. Noi ne siamo la prova», ha detto commosso. Anche il capitano Andreas Granqvist ha pianto, dopo una partita in cui ha lottato immensamen­te in difesa. Il sogno che aveva sin da bambino si è finalmente realizzato: andare al Mondiale. È scoppiato in lacrime subito dopo il fischio finale. «È stata la cosa più bella che abbia vissuto in tutta la mia carriera. Arrivare al Mondiale eliminando l’Italia a San Siro». Ma ci sono anche parole dolci per gli azzurri: «Se avessi potuto scegliere avrei voluto vedere anche l’Italia in Russia ma io gioco per la Svezia e ho fatto tutto per il mio Paese». Granqvist sorride e lascia la zona interviste tornando dalla sua squadra per una lunga notte di festa svedese.

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La festa dei giocatori svedesi a fine partita e l’esultanza del c.t. Jan Andersson, 55 anni
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LAPRESSE/REUTERS

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