La Gazzetta dello Sport

Irlanda da battaglia Danimarca aggrappata a Eriksen

Punta sulla spinta dell’Aviva Stadium di Dublino, Hareide sulla star del Tottenham

- Giuliano Adaglio

Tutto in 90 minuti: Irlanda e Danimarca si giocano il Mondiale con analoghe chance di qualificaz­ione, dopo che lo 0-0 dell’andata ha lasciato aperte le porte a ogni possibile scenario. Gli irlandesi confidano nella spinta del pubblico, tra i più calorosi e rumorosi d’Europa, che nello splendido scenario dell’Aviva Stadium di Dublino proverà a trascinare i ragazzi di O’Neill al quarto Mondiale della loro storia, il primo dal 2002. Da quell’avventura in Corea e Giappone, chiusa con un’onorevole eliminazio­ne agli ottavi con la Spagna, per gli irlandesi sono arrivate solo delusioni, di cui una cocente: nel novembre 2009, allo Stade de France di Parigi, la mano galeotta di Henry, non vista dall’arbitro svedese Hansson, costò a Keane e compagni la partecipaz­ione a Sudafrica 2010.

CORAGGIO IRLANDESE Per evitare di giocarsi tutto ai supplement­ari come in quell’occasione, la squadra di O’Neill dovrà affrontare la sfida di questa sera con più coraggio rispetto a tre giorni fa. Stampa e opinione pubblica chiedono all’ex tecnico di Celtic e Aston Villa di rinunciare all’atteggiame­nto conservati­vo mostrato al Parken, visto anche il rientro dalla squalifica di David Meyler, che potrebbe favorire uno schieramen­to più spregiudic­ato. Il giocatore dell’Hull City garantisce maggior copertura rispetto all’acerbo O’Dowda e il suo impiego dal primo minuto potrebbe spingere O’Neill all’inseriment­o sulla trequarti di Wes Hoolahan, giocatore brevilineo in grado di garantire creatività. In attacco Long dovrebbe essere preferito allo statico Murphy, in virtù della sua maggiore velocità, con McLean e Brady a supportarl­o sulle fasce. O’Neill spera che la sua squadra possa ripetere quanto fatto due anni fa contro la Bosnia, quando l’Irlanda conquistò la qualificaz­ione a Dublino battendo la Bosnia 2-0 con una doppietta di Walters. Anche in quell’occasione, la gara di andata dello spareggio si era chiusa in parità (1-1): «L’atmosfera quella sera fu fantastica – ha ricordato O’Neill –, sono sicuro che i miei giocatori sapranno trarre vantaggio da quell’esperienza».

FIDUCIA DANESE Ostenta fiducia anche il tecnico dei danesi Åge Hareide: «All’andata abbiamo fatto la partita, con oltre il 70% di possesso, ma a Dublino dovremo essere più cinici e velocizzar­e la manovra. L’Irlanda gioca meglio in trasferta che in casa, sono sicuro che il loro atteggiame­nto resterà prudente, cercando di sfruttare i nostri errori». A guidare le operazioni in mezzo al campo sarà ancora una volta Christian Eriksen, autore di 8 gol nelle qualificaz­ioni ma piuttosto in ombra all’andata. Hareide ha provato a spostare l’attenzione («Abbiamo tanti giocatori in grado di essere pericolosi», ha dichiarato) ma è evidente che le fortune della Danimarca passino dalle intuizioni del centrocamp­ista del Tottenham. Al suo fianco, Hareide dovrebbe affidarsi ai fedeli Kvist e Delaney, mentre in avanti è probabile l’impiego del veloce Yussuf Poulsen del Lipsia al posto dell’atalantino Cornelius.

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GETTY Christian Eriksen, 25 anni, centrocamp­is ta del Tottenham e della nazionale danese

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