GLI INSONDABILI MISTERI DEL C.T. E LA GENESI CHE CI VUOLE
Ecco il sole nero, le stelle che si staccano dal cielo, il cielo che si arrotola su se stesso, l’Italia bandita dalla Russia: l’Apocalisse. Sembrava impossibile fare peggio degli ultimi due Mondiali: cacciati al primo turno. Ci siamo riusciti: non ci andremo neppure. Per la prima volta, dopo 60 anni, non ci sarà il nostro azzurro in un Mondiale. Passeremo un’estate da guardoni. Per respirare aria iridata allungheremo il naso oltre la frontiera di Chiasso, la Svizzera in Russia ci va. Ci siamo meritati tutto. Se in tre ore non segni un gol a una squadra modesta come la Svezia, non hai diritto ad alibi. Abbiamo assistito a misteri insondabili dalla mente umana: tre difensori centrali tenuti in campo per 90’ contro una squadra che faceva massa nella sua area; mille cross in un’area di giganti; Insigne, il miglior giocatore italiano, l’unico capace di perforare un bunker in dribbling, incatenato in panca. Dopo Verdi, ecco un altro lancio di dadi: Gabbiadini, El Shaarawy... Giocatori tenuti al margine del progetto per due anni chiamati a diventare d’incanto l'uomo della provvidenza. Ventura ha cercato la mossa della disperazione con l’affanno di un rianimatore, senza logica. Ma allora perché non Balotelli che almeno non trema in arene del genere? Per due anni ha coltivato l’utopia offensiva del 4-2-4 per poi giocarsi la vita con la difesa a 3. Come se un saltatore per 4 anni allenasse il Fosbury e poi all’Olimpiade saltasse ventrale. Il migliore è stato l’esordiente Jorginho. «Non ho il modulo che fa per lui», spiegava il nostro c.t. Come se avesse a disposizione Didi, Vavà, Pelé e potesse permettersi il lusso di scartare questo o quello. Mettiamo in campo chi sa giocare, chi ha i piedi e le idee migliori, poi alla lavagna ci pensiamo dopo. In 3 ore non abbiamo strappato una sola punizione dal limite. Perché? Perche per farlo devi saltare l’uomo e i nostri non ci sono mai riusciti, neppure contro gli allampanati difensori svedesi. Ventura ha sbagliato tutto, ma i giocatori, tutti, meritano un poderoso ridimensionamento di massa. Come si riparte? Con un nuovo c.t. capace di creare un solido spirito di gruppo che in questa nazionale è saltato in aria. Come ha lasciato intuire De Rossi ieri reagendo all’invito a scaldarsi. Bearzot e Lippi avrebbero permesso a un pugno di senatori di arringare lo spogliatoio al posto loro? Mai. Così Ventura è stato delegittimato e ieri non ha avuto il potere per disfare l’assurda difesa a 3 dei senatori e inserire Insigne come chiedeva il mondo del buon senso. E poi diciamo tante grazie alle antiche colonne e inneschiamo il futuro dei Chiesa e dei Caldara. Questa umiliante Corea può avere un senso solo se si traduce in una rifondazione generale, come avvenne in Germania che sfornava solo stopper e mediani e si è trasformata in una fabbrica di talentini: Ozil, Draxler, Goretzka, Sané... A questo devono servire i centri federali cari a Tavecchio che zampillano ovunque: a educare tecnica e bel gioco. E’ qui che più ci siamo vergognati: noi, maestri di tocco e fantasia, siamo sembrati svedesi in maglia azzurra. Ripartiamo. Dopo l’Apocalisse, venga la Genesi. «Sia luce!» E la luce fu. Nel calcio la luce è il gioco. Oggi siamo al buio.