La Gazzetta dello Sport

La ripresa secondo Spalletti Ora dopo la sosta l’Inter va

1Eliminati i tanti blackout del passato dopo le pause per le nazionali Merito pure della grinta e delle «registrati­ne» introdotte dall’allenatore

- Luca Taidelli MILANO @LucaTaidel­li

«Il triplice fischio ha indicato la fine della partita...e l’inizio di quella successiva! #senzatregu­a #AMALA». Nel ruggito social del dopo Torino c’è tutta la carica di Luciano Spalletti, l’uomo che sta riportando il sorriso sul pianeta Inter dopo una stagione da incubo. I numeri parlano chiaro. Dopo 12 giornate dello scorso campionato i nerazzurri erano noni (ma il 2-2 nel derby alla tredicesim­a li avrebbe declassati in 12esima posizione) con 16 gol fatti e 14 subiti. La vetta era lontana 13 punti, mentre ora è ad appena due lunghezze, frutto di 9 vittorie e 3 pareggi, con 23 reti all’attivo e 9 al passivo. E senza quella traversa di Vecino («Mi dispiace che dopo i legni colpiti ultimament­e nessuno ci dice più che siamo fortunati» ha chiosato domenica l’allenatore) nel finale contro il Torino i nerazzurri sarebbero primi con il Napoli. Malgrado lui sul tema faccia lo schivo, la mano di Spalletti insomma si è vista eccome. Lui non molla di un centimetro e la squadra gli sta andando dietro.

PAUSE MALEDETTE

Superando anche un’altra delle criticità di un anno fa: i blackout dopo la sosta. Per quattro volte il campionato scorso si era fermato per gli impegni delle nazionali e l’Inter poi era uscita dai blocchi malissimo. L’unica vittoria era arrivata in settembre a Pescara, ma per ribaltare il gol di Bahebeck c’era voluto un raptus di Icardi, con doppietta nell’ultimo quarto d’ora. Dopo la pausa di ottobre, in casa contro il Cagliari segna Joao Mario, ma col passare dei minuti l’Inter si squaglia e Melchiorri fa 2-1 per i sardi. Dopo Mancini, De Boer e Vecchi, la sosta di novembre lancia in panchina Pioli. Che esordisce proprio nel derby, con il k.o. evitato agli sgoccioli da Perisic. Ultima pausa a fine marzo. Il 3 aprile l’Inter che teoricamen­te era ancora in corsa per la Champions ospita la Sampdoria. Segna D’Ambrosio, ma un altro vantaggio nel secondo tempo si trasforma in un harakiri. Segnano Schick e Quagliarel­la, su rigore regalato da Brozovic nel finale.

CHE VECINO

Più dei risultati, colpivano i cali fisici e di concentraz­ione. Certo, ritrovare soprattutt­o i sudamerica­ni (al tempo c’erano anche Medel e Murillo) solo all’antivigili­a non aiutava. Ma Spalletti si ritrova con gli stessi problemi e li sta gestendo in ben altro modo. Prova di forza il 10 settembre contro una Spal che aveva appena fermato la Lazio e battuto l’Udinese, poi lo stesso derby vinto al 90’, con Vecino che pur essendo appena atterrato dall’Uruguay ha piazzato un coast

to coast da cui sono arrivati prima l’occasionis­sima di Eder e poi il rigore decisivo di Icardi.

REGISTRATI­NA

Merito ai giocatori, per carità, ma dietro a questo restare sul pezzo anche se non si è potuto preparare al meglio la partita c’è anche il martellame­nto(#senzatregu­a) psicologic­o di Spalletti. Che chiede ai giocatori , appena scesi dall’aereo, di passare dal Suning training center per una «registrati­na» di testa e di gamba (corsetta e massaggi) che serve a respirare di nuovo il nerazzurro prima del meritato giorno di riposo che viene concesso a tutti i nazionali. Anche se ovviamente sono valutate le singole situazioni, con allenament­i differenzi­ati se qualcuno appare più provato di altri. Domenica contro l’Atalanta le trappole non mancherann­o, ma Spalletti e il suo staff stanno già studiando ogni sfumatura per vincere ancora. Senza sosta. E senza tregua.

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ANSA Luciano Spalletti, 58 anni

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