«Grazie, ti devo molto E il tuo stile è inimitabile»
Caro Vittorio, innanzitutto ti auguro di continuare così, perché stai davvero benone. Tu, in un certo senso, sei quello che mi ha aperto la porta del professionismo. Sono stato a casa tua una settimana, prima di entrare in un mondo del tutto nuovo e così diverso per me rispetto a quello dei dilettanti che avevo frequentato fino a quel momento. Ricordo anche i giorni trascorsi assieme in inverno al Mottarone. Tu sapevi come muoverti, avevi già una certa esperienza. E poi ti piaceva parlare, sapevi come farlo, mentre io ero molto timido, introverso. Se in bicicletta non avevo paura di nessuno, giù di sella, invece, avevo bisogno di conforto: tu sapevi come darmelo e l’averti al mio fianco in quell’inizio di carriera mi è stato tanto utile. Ti sei sempre saputo vendere molto bene, traducendo le azioni in parole. Hai conservato un grande stile e non sei cambiato per niente negli anni: la puoi considerare una delle tue vittorie più belle. Non posso poi dimenticare, naturalmente, che è stato grazie a te se ho incontrato mia moglie Tiziana. Tu conoscevi l’albergo dei suoi nonni a Diano Marina, ci fermammo lì dopo una Milano-Sanremo, e poi tornammo in ritiro da quelle parti l’anno successivo: così io e Tiziana cominciammo a frequentarci. Caro Vittorio, di nuovo tanti auguri. Gli 80 anni, in fin dei conti, sono soltanto un traguardo intermedio. E che il traguardo finale sia ancora il più lontano possibile.