Virtus al bivio Ramagli a Brindisi non può sbagliare
Presidente Bucci: «Coach non in discussione» ma il prossimo turno è decisivo. Ecco cosa non va
Arrivare sempre sul traguardo mezzo giro di ruota dietro agli altri, in casa Virtus, comincia a pesare. Lo ha detto Alessandro Ramagli, a caldo, dopo il tiro partita di Luca Vitali con cui Brescia ha espugnato il Paladozza; lo ha ribadito il presidente Alberto Bucci a Radio Bologna Uno, network bolognese, auspicando riflessioni profonde e non decisioni di pancia: «Dobbiamo capire perché arriviamo lì, così. Giochiamo alla pari, andiamo avanti, poi caliamo e crescono gli altri. Bisogna trovare il modo di gestire meglio gli ultimi palloni, credo sia la cosa più importante. Servono equilibrio, soluzioni più precise, meno estemporaneità. L’allenatore? Non lo stiamo valutando, il pensiero non c’è nemmeno stato». Parole in larga parte sincere ma pure di prassi, in questi casi, perché il decalogo del buon dirigente parla chiaro: fin quando non lo si accompagna fuori dall’uscio, l’allenatore a libro paga è il migliore del mondo. Più realistica pare l’idea che Ramagli non possa sbagliare la trasferta di Brindisi. Succedesse, sulla panchina bianconera, dopo la sosta troveremmo probabilmente un altro volto (Bucchi e Vitucci sono alla finestra).
FINALI Il bilancio di tre vinte e quattro perse, avendo incrociato
SUI POSSESSI FINALI DOBBIAMO AVERE MENO ESTEMPORANEITÀ ALBERTO BUCCI SULLE QUATTRO SCONFITTE
tre big (Milano, Venezia e Brescia) pone la Virtus nel limbo. In teoria un buon ruolino per una neopromossa, ma continuare ad appiccicare lo status di matricola a un club che ha un budget da prime quattro rischia di deformare la realtà. Non può ancora essere un anno di trofei obbligati per le V Nere ma di posizionamenti sì, e alla chiusura delle liste per la Coppa Italia mancano 8 giornate, non un’eternità. Insomma, il tempo incalza e urgono soluzioni intanto al problema tecnico più pressante, quello dei finali sciagurati. Spulciando gli ultimi 4 periodi che hanno portato ai 4 k.o., il differenziale virtussino segna -43: 10-25 (Trento), 12-20 (Venezia), 9-18 (Milano) e 1324 domenica contro Brescia, nel reiterato e forse non più casuale epilogo. Dopo il +9 (6354) di Stefano Gentile al 31’, solo quattro canestri dal campo (ancora Stefano e Slaughter da sotto e triple di Aradori e Lafayette) a fronte di 13 errori e 3 palle perse, rimarcando che quando la squadra si mette in proprio, o peggio diventa anarchica fa più danni della grandine. E la rotta la traccia sempre non solo chi corre ma anche chi tiene le briglia.
LIMITI La complicata connessione tra vecchi e nuovi, esplosa nel turbolento caso Rosselli, il capitano della promozione ora fuori squadra e l’imprudente scelta di partire con un organico zoppo (senza un’ala forte di livello), sebbene spinta da senso di riconoscenza per chi ha portato a casa la promozione, non può essere interamente scaricata sulle spalle di Ramagli e men che meno su quelle di una proprietà che non ha lesinato risorse ma anche perplessità, specie in estate, su strategie poi corrette in corso d’opera e che ora esige soluzioni. La ricerca dell’ala forte si fa stringente: Cantù non è disposta, al momento, a lasciar andare Burns e quindi si guarda pure al mercato americano. Anche perché confidare sulla lenta (ma quanto?) eutanasia altrui per rinforzarsi è un pensiero debole. E non da Virtus.
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Gli acquisti estivi della Virtus Bologna: Pietro Aradori, Alessandro Gentile, Oliver Lafayette e Marcus Slaughter. le conferme invece sono 6 -43
Il differenziale a sfavore della Virtus negli ultimi quarti che hanno segnato le quattro sconfitte in campionato. Le vittorie invece sono 3