La Gazzetta dello Sport

FEDERER TORNA DOPO L’ESORDIO IMPERFETTO

- di PAOLO BERTOLUCCI

Un’atmosfera mistica pervade gli stadi di tutto il mondo quando Roger Federer scende sul campo e la O2 Arena non poteva riservare qualcosa di diverso al suo ingresso per le ATP finals. C’era grande attesa per verificare le condizioni della del campione dopo la precauzion­ale rinuncia al torneo di Parigi Bercy. Lasciato il servizio iniziale all’avversario e uscito dai blocchi di partenza in maniera prepotente, Roger ha condotto e gestito la partita senza troppi patemi fino al raggiungim­ento della vittoria in due set.Tutto bene, ma fino ad un certo punto.

Lui ci ha abituato male e nelle sue partite cerchiamo sempre la perfezione.Guardando con occhio critico si notava un certo impaccio nella ricerca della palla, una seconda di servizio poco incisiva, un timing non sempre perfetto e diversi errori banali che offuscavan­o le consuete magie. Inoltre, i ripetuti «nein» certificav­ano un certo nervosismo mal celato. Le due settimane lontano dalle gare evidenteme­nte avevano lasciato alcune scorie nel perfetto ma delicato meccanismo del campione svizzero.

L’ingresso nelle Atp finals non è stato dunque abbagliant­e, tuttavia i tornei non si vincono nei primi giorni della competizio­ne, bensì con prove ad alto livello nel week end. Di sicuro Roger dovrà alzare il livello di gioco fin dalla prossima uscita, oggi contro contro Zverev, ma nessuno come lui è in grado di ascoltare il proprio corpo e mettere a punto quella macchina da punti che risponde al nome di Federer.

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