La Gazzetta dello Sport

Neureuther l’anti-vip «Lo sci per me è libertà Giochi? Non so se vado»

Tedesco, vincitore del primo slalom stagionale, si racconta; «Amo il contatto con la gente. Adesso la mia priorità è la famiglia»

- Andrea Fanì INVIATO A LEVI (FINLANDIA)

Entriamo nel buio del mattino artico, dentro nuvole così basse che puoi toccarle. Nevica fitto ma sottile, non fa troppo freddo, il termometro dice -2. Entriamo nel buio e nelle nuvole e nella neve per incontrare Felix Neureuther. L’agenda della mattinata — a chiamarla mattina — dice che scieremo insieme, il giorno dopo la vittoria del primo slalom della stagione, anzi prima gara della stagione dopo che il maltempo ha cancellato il gigante di Soelden. Per lui vittoria numero 13 in carriera, «ma la prima da papà», sorride.

VOGLIA DI CASA Gli hanno regalato una renna per lo slalom, «la chiamerò Matti, in onore di mia figlia Matilda». Ma ora la folla, i tifosi, le luci, le foto, è tutto lontano, tutto appannato, adesso c’è solo un aereo da prendere e la voglia di casa, la voglia di tornare dalla compagna Miriam (Gossner, biatleta tedesca due volte iridata) e dalla piccola. Doveva sciare ma si arrende alla stanchezza. Prima c’è stato il tempo di vederlo dietro

le quinte, di vedere il mondo di un ragazzo normale che non si sente speciale. Cosa fanno i ragazzi normali quando non devono per forza, per mestiere, essere speciali? Si rilassano con una sciata libera, «in genere ci rifugiamo a Sankt Anton, e lì non esiste nulla a parte Felix e gli amici». Neureuther il giorno dopo sa di aver fatto quello che il mondo si aspetta da lui, vincere. «Viviamo una pressione enorme, soprattutt­o all’inizio della carriera sembrava mi schiaccias­se. Ho lavorato per chiudere la pressione dento tro una scatola. Io voglio gareggiare e sentire la gente attorno a me, voglio divertirmi. E sono felice se il mondo, i giornalist­i, parlano dello sci. Perché lo sci è libertà».

IL DOBERMANN Educato, cortese, il ragazzo normale-speciale nato 33 anni fa dall’amore tra due campioni — Christian Neureuther e Rosi Mittermaie­r, una Coppa del Mondo, 16 vittorie in Coppa e 5 ori tra mondiali e olimpiadi in due... — ha un certo gusto nello scegliere vittorie e situazioni. Primo posto appena diventato papà e davanti al suo sponsor tecnico, Nordica, che a Levi ha lanciato i nuovi sci Dobermann (gli stessi di Felix, appena un po’ «addomestic­ati») e i nuovi scarponi (per i patiti, si chiamerann­o Pro Machine...). Pacchetto completo, vittoria da dedicare a figlia e sponsor: «Ehm, non è lo sponsor che paga di più, però è ormai qualcosa più di uno sponsor», sorride Felix che si sbellica:«Allora, mi invitano a Montebellu­na per firmare il mio primo contratto. Ero molto giovane, mi accompagna­va mio papà. Arriviamo nell’ufficio del presidente, Alber-

Neureuther col suo premio: una renna La madre Rosi Mittermaie­r, due ori a Innsbruck 1976, oggi 67 anni Felix in azione nello slalom di Levi ll padre Christian, 6 slalom vinti, oggi 68 anni Zanatta. Lui mi bacia in fronte e fa “Felice, benvenuto nella famiglia” (in italiano, ndr). E io penso, “oh mamma, nella rete del Padrino”».

OLIMPIADE A CHI? Finita la sciata, tutti in aeroporto, Neureuther sull’aereo saluta i tifosi e si riposa. Ha orientato la sua bussola e sulla bussola c’è solo un nord: Matilda. E’ un nord così magnetico che si mormora di un suo no all’Olimpiade 2018:

«Non è solo per Matilda. Ma guardiamoc­i attorno, voi vedete lo spirito olimpico? Con quello che sta succedendo in Corea? Io no. Io ricordo Lillehamme­r, nel 1994 avevo dieci anni: percepivo la gioia della gente. Quella era Olimpiade. Sto ricevendo pressioni per andare, sì; ma davvero non ho deciso. La vita cambia, le priorità cambiano: c’è Miriam, c’è Matilda. Adesso voglio così».

«MI RILASSO A ST. ANTON: LÌ ESISTO SOLTANTO PER I MIEI AMICI» «OLIMPIADE IN DUBBIO. ORA IN COREA NON VEDO SPIRITO OLIMPICO» FELIX NEUREUTHER 33 ANNI

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