La Gazzetta dello Sport

GLI INSONDABIL­I MISTERI DEL C.T. E LA GENESI CHE CI VUOLE

- di LUIGI GARLANDO email: lgarlando@rcs.it

Ecco il sole nero, le stelle che si staccano dal cielo, il cielo che si arrotola su se stesso, l’Italia bandita dalla Russia: l’Apocalisse. Sembrava impossibil­e fare peggio degli ultimi due Mondiali: cacciati al primo turno. Ci siamo riusciti: non ci andremo neppure. Per la prima volta, dopo 60 anni, non ci sarà il nostro azzurro in un Mondiale. Passeremo un’estate da guardoni. Per respirare aria iridata allunghere­mo il naso oltre la frontiera di Chiasso, la Svizzera in Russia ci va. Ci siamo meritati tutto. Se in tre ore non segni un gol a una squadra modesta come la Svezia, non hai diritto ad alibi. Abbiamo assistito a misteri insondabil­i dalla mente umana: tre difensori centrali tenuti in campo per 90’ contro una squadra che faceva massa nella sua area; mille cross in un’area di giganti; Insigne, il miglior giocatore italiano, l’unico capace di perforare un bunker in dribbling, incatenato in panca. Dopo Verdi, ecco un altro lancio di dadi: Gabbiadini, El Shaarawy... Giocatori tenuti al margine del progetto per due anni chiamati a diventare d’incanto l'uomo della provvidenz­a. Ventura ha cercato la mossa della disperazio­ne con l’affanno di un rianimator­e, senza logica. Ma allora perché non Balotelli che almeno non trema in arene del genere? Per due anni ha coltivato l’utopia offensiva del 4-2-4 per poi giocarsi la vita con la difesa a 3. Come se un saltatore per 4 anni allenasse il Fosbury e poi all’Olimpiade saltasse ventrale. Il migliore è stato l’esordiente Jorginho. «Non ho il modulo che fa per lui», spiegava il nostro c.t. Come se avesse a disposizio­ne Didi, Vavà, Pelé e potesse permetters­i il lusso di scartare questo o quello. Mettiamo in campo chi sa giocare, chi ha i piedi e le idee migliori, poi alla lavagna ci pensiamo dopo. In 3 ore non abbiamo strappato una sola punizione dal limite. Perché? Perche per farlo devi saltare l’uomo e i nostri non ci sono mai riusciti, neppure contro gli allampanat­i difensori svedesi. Ventura ha sbagliato tutto, ma i giocatori, tutti, meritano un poderoso ridimensio­namento di massa. Come si riparte? Con un nuovo c.t. capace di creare un solido spirito di gruppo che in questa nazionale è saltato in aria. Come ha lasciato intuire De Rossi ieri reagendo all’invito a scaldarsi. Bearzot e Lippi avrebbero permesso a un pugno di senatori di arringare lo spogliatoi­o al posto loro? Mai. Così Ventura è stato delegittim­ato e ieri non ha avuto il potere per disfare l’assurda difesa a 3 dei senatori e inserire Insigne come chiedeva il mondo del buon senso. E poi diciamo tante grazie alle antiche colonne e inneschiam­o il futuro dei Chiesa e dei Caldara. Questa umiliante Corea può avere un senso solo se si traduce in una rifondazio­ne generale, come avvenne in Germania che sfornava solo stopper e mediani e si è trasformat­a in una fabbrica di talentini: Ozil, Draxler, Goretzka, Sané... A questo devono servire i centri federali cari a Tavecchio che zampillano ovunque: a educare tecnica e bel gioco. E’ qui che più ci siamo vergognati: noi, maestri di tocco e fantasia, siamo sembrati svedesi in maglia azzurra. Ripartiamo. Dopo l’Apocalisse, venga la Genesi. «Sia luce!» E la luce fu. Nel calcio la luce è il gioco. Oggi siamo al buio.

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