La Gazzetta dello Sport

«Magari non vinco in Russia ma il Mondiale successivo»

1Viaggio nelle spericolat­e dichiarazi­oni rese da Ventura nei suoi mesi da c.t.

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Era il luglio del 2016 e, tra le righe della conferenza stampa di presentazi­one del nuovo commissari­o tecnico Gian Piero Ventura, fluttuava una riflession­e tattica che oggi suona sinistra: «L’Italia offre tanti esterni. Il problema è che il 3-5-2 va a penalizzar­e proprio gli esterni». Lui diffidava del 35-2 eredità di Conte, eppure le due partite di playoff contro la Svezia le ha giocato così, con il 3-5-2. Viaggio nei 16 mesi di Ventura alla guida della Nazionale, sul filo delle sue dichiarazi­oni più spericolat­e, che oggi tornano indietro tipo boomerang. LA PERLA C’è l’attenuante del contesto ironico e scherzoso Ventura era all’edicola di Fiorello su Sky -, ma la «Giampi-perla» non può che essere questa: «Noi la Spagna ce la fumiamo». Parole pronunciat­e ad aprile di quest’anno, quattro cinque mesi prima della partita del Bernabeu, però dai, già quel giorno davanti al televisore veniva da pensare che a fumare qualcosa, prima di andare in onda, fosse stato Ventura.

L’OTTIMISMO L’ottimismo della volontà e il pessimismo della ragione, recita il famoso aforisma amato da Antonio Gramsci, che non era un terzino dell’Olbia, ma uno dei fondatori del Partito comunista italiano. Ventura è stato contagiato dal l’ottimismo della volontà. Ad aprile di quest’anno, in un forum del settimanal­e Panorama, il c.t. volava alto: «L’obiettivo non è vincere il Mondiale, ma creare uno zoccolo duro per la Nazionale del futuro. Ma non mettiamo limite a niente: magari non vinco questo (di Mondiale, ndr), ma quello successivo. Come quando nel Mondiale d’Argentina nel ‘78 si preparò la vittoria di Spagna ‘82». A giugno, prima di Italia-Uruguay a Nizza, contagiato dallo spirito garibaldin­o della città, il culmine della spavalderi­a: «Se andare in Russia era il traguardo, strada facendo gli obiettivi si sono ampliati: essere non solo la sorpresa al Mondiale, ma anche una delle favorite all’Europeo 2020». Grazie a Gian Piero abbiamo passato un’estate meraviglio­sa, a pregustare la campagna di Russia: sdraiati sui lettini, come tanti Napoleoni.

IL RISVEGLIO Ci siamo risvegliat­i a settembre, intossicat­i dal fumo di Madrid, quando è subentrata una paura prima sottile, poi crescente, infine incontenib­ile. Ventura è passato al pessimismo della ragione il 2 ottobre: «Concordo con Tavecchio e Malagò: per loro un’Italia fuori dai Mondiali sarebbe un’apocalisse e una tragedia, io parlerei di catastrofe». Non è mai troppo tardi, diceva qualcuno, e purtroppo non è vero.

VOGLIAMO CREARE LE BASI PER IL FUTURO, MA NON METTIAMO LIMITI COME QUANDO NEL ‘78 IN ARGENTINA SI PREPARÒ SPAGNA ’82

s.v.

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ANSA Un’espression­e più che desolata di Gian Piero Ventura, 69 anni

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