Falque si è preso il Toro Il Chievo suo talismano E Sinisa si lecca i baffi
1L’attaccante spagnolo, capocannoniere dei granata in rete da due partite di fila, contro il Chievo segna gol pesanti. In più, difende e costruisce: indispensabile nel nuovo 4-3-3 di Mihajlovic
Domenica allo stadio Olimpico Grande Torino arriva il Chievo. E non poteva essere momento migliore per Iago Falque. È l’uomo più in forma dei granata, capocannoniere della squadra con 6 reti (5 in campionato e una in Coppa Italia), 2 consecutive nelle ultime uscite contro Cagliari e Inter, pesantissime dal punto di vista dei punti (4) e del morale poiché hanno permesso di arrestare il digiuno granata di vittorie che durava da 5 turni. Con 4 reti e un assist in 5 partite, l’attaccante spagnolo è entrato in 5 marcature contro la squadra di Verona, in Serie A a nessuno ha fatto più male. L’Atalanta è stata da lui bucata 5 volte in altrettante sfide, ma i gol (3 con la maglia del Genoa e 2 con quella granata) hanno fruttato complessivamente 2 punti. Contro il Chievo, invece, Iago Falque ha segnato gol più pesanti: uno con la Roma nel 2015-16 e 3 la scorsa stagione nelle file del Torino (doppietta all’andata e gol condito da assist nel ritorno), per un totale di 4 punti entrati nelle «casse» della squadra.
MATURITÀ Per Iago Falque la quarta stagione nel massimo campionato finora si sta dimostrando quella della piena maturazione, sotto diversi aspetti. Dal punto di vista anagrafico prima di tutto: 27 anni per un calciatore rappresentano una sorta di equilibrio ideale fra svia
luppo fisico e mentale, quando il gesto atletico il più delle volte passa al vaglio dell’esperienza. Lo ha ammesso lo stesso attaccante la scorsa settimana, sull’onda delle ottime prestazioni contro il Cagliari in casa e l’Inter a San Siro: «Sono esploso in Italia con il Genoa, quando sono arrivato avevo 24 anni e stavo maturando. Sono arrivato al posto giusto al momento giusto. Dopo quasi 4 anni ho fatto gia 100 partite in Italia e va tutto molto bene. Roma fu un’opportunità persa, per sfortuna ma anche per colpa mia. Si deve fare autocritica sempre. Poi il Torino mi ha chiamato e sono stato fortunato perché qui ho trovato il mio posto. Sto molto bene, sono molto contento di questa decisione».
A TUTTO TORO E contento lo è soprattutto Sinisa Mihajlovic, che ha potuto invertire la rotta col cambio modulo (dal 4-2-3-1 al 4-3-3), rinunciando alla doppia diga in mediana senza perdere equilibrio. Questo anche grazie alla duttilità del talento di Vigo, in grado di fare benissimo in fase di difesa e costruzione oltre che in attacco. I numeri lo dimostrano. In 12 presenze di campionato e quasi 1.000 minuti giocati, Iago Falque ha recuperato 52 palloni per una media a partita di 4,33, quasi il doppio della media ruolo (2,28). Positivo anche il saldo dei contrasti vinti, 9 (media
partita 0,75; ruolo 0,42), e dei palloni intercettati, 8 (media a partita 0,67; ruolo 0,31). Analizzando la distribuzione del gioco, l’ex Primavera della Juve oggi è diventato il fulcro del Toro: con 384 passaggi positivi e 106 verticalizzazioni sta facendo registrare medie a partita doppie rispetto a quelle del ruolo. In avanti – al netto delle 5 reti complessive, grazie a cui è andato a segno quasi una partita su due (0,42, media ruolo 0,24), con una percentuale realizzativa del 38% (media ruolo 17%) –, l’attaccante granata finora ha creato 24 occasioni (2 a partita), crossato 30 volte e dribblato con successo 15, con medie anche triple rispetto al ruolo.
SOGNANDO LA ROJA Un rendimento da nazionale, anche data l’abbondanza di materiale umano a disposizione del c.t. spagnolo Lopetegui. La Roja è «ancora è un’illusione», ha ammesso Iago Falque. «L’importante è continuare a fare bene col club. Il nostro obiettivo è finire tra le prime sette. Abbiamo la squadra per provarci e lavoriamo su questo. Ma Suso e Luis Alberto hanno meritato, per questo io continuerò a provarci». La corsa a un posto al Mondiale di Russia è appena iniziata.