La Gazzetta dello Sport

Adesso il Parma è davvero cinese

Zhang nuovo presidente con il 60% delle quote, nasce il nuovo cda: versati 15 milioni per la A

- Andrea Schianchi INVIATO A PARMA

Una firma, quindici milioni di euro versati e il Parma diventa cinese. Jiang Li Zhang, imprendito­re trentasett­enne di Shanghai, è da ieri pomeriggio il nuovo presidente del club emiliano. Davanti al notaio Giulio Almansi ha sottoscrit­to l’acquisto del 60 per cento delle quote societarie ed è così il nuovo azionista di maggioranz­a. Il resto del capitale è nelle mani dei sette industrial­i parmigiani che avevano fatto rinascere il Parma dopo il fallimento Ghirardi (30 per cento) e di un gruppo di azionariat­o popolare (10 per cento). Come l’Inter e il Milan, dunque, un’altra società italiana trova i propri padroni in Cina.

OPERAZIONE A FARI SPENTI A favorire l’incontro tra Li Zhang e gli industrial­i parmigiani, nell’autunno di un anno fa, è stato Hernan Crespo, autentico deus ex machina di tutta l’operazione. L’ex attaccante argentino ha già assunto la carica di vicepresid­ente del Parma, anche se fino al termine della stagione, secondo patti sottoscrit­ti davanti al notaio, non verranno fatte modifiche nell’organigram­ma societario. L’intenzione di Li Zhang, molto prudente nelle decisioni e nelle azioni, è quella di non stravolger­e nulla e di lavorare a fari spenti. Il motivo di tanta discrezion­e non è soltanto da spiegarsi con il carattere riservato dell’imprendito­re di Shanghai, ma con il controllo molto attento che il governo centrale cinese esercita su chi esporta capitali. Ecco perché l’acquisizio­ne del Parma non avviene attraverso la Desports, la società di cui Li Zhang è amministra­tore: risulta, più sempliceme­nte, un investimen­to a titolo personale, ovviamente garantito dalla disponibil­ità finanziari­a dell’uomo d’affari cinese. In questo modo, e scegliendo un profilo basso e lontano dai riflettori, si cerca di non entrare in conflitto con le direttive emanate dopo il recente congresso del partito comunista cinese. LA NUOVA STRUTTURA Oggi Li Zhang completerà gli ultimi adempiment­i burocratic­i e, nel pomeriggio, saluterà i tifosi allo stadio Tardini. Poi partirà per Parigi, dove lo attende un’importante riunione d’affari, e rientrerà a Parma sabato per assistere, da presidente, alla partita degli emiliani contro l’Ascoli. Non sono ancora stati decisi gli uomini (cinque) che dovranno comporre il gruppo di Li Zhang nel consiglio di amministra­zione. Gli altri quattro (tre per la cordata degli industrial­i parmigiani e uno per il gruppo di tifosi che rappresent­a il 10 per cento) sono invece già stati nominati. L’impression­e è che si procederà con molta calma, senza affrettare i tempi. Crespo, per il momento, resta defilato a studiare la situazione: la gestione della stagione sportiva è sempre affidata all’amministra­tore delegato Luca Carra, all’allenatore Roberto D’Aversa e al direttore sportivo Daniele Faggiano, già protagonis­ti della promozione in Serie B. A Hernan il ruolo di uomo-immagine e di consiglier­e personale di Li Zhang. In città lo sbarco dell’imprendito­re cinese è visto come un’opportunit­à più che come una sconfitta: è vero che le solite voci maligne parlano di «svendita» della società, è vero che qualcuno imputa al gruppo di industrial­i parmigiani l’incapacità di proseguire il percorso intrapreso nell’estate del 2015, dopo il fallimento, ma è altrettant­o vero - e questo conta molto di più - che i soldi di Li Zhang garantisco­no un futuro tranquillo. I 15 milioni già versati, tanto per fare un esempio, verranno investiti per la gestione ordinaria. E tra poco ci sarà da acquistare all’asta giudiziari­a quel gioiello che è il centro sportivo di Collecchio. I primi passi del Parma cinese sono stati compiuti.

La struttura non cambia. Crespo è uomo immagine e consulente della nuova proprietà Si tratta di un investimen­to personale per le norme del partito comunista cinese

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Da sinistra Hernan Crespo, il presidente Li Zhang e l’ex vice presidente Marco Ferrari

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