La Gazzetta dello Sport

Wiggins e il pacco del mistero: nessuna sanzione

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«Io e la mia famiglia abbiamo vissuto un inferno, è stata una caccia alle streghe». Così Bradley Wiggins in merito alla chiusura dell’inchiesta dell’antidoping britannico sulla federciclo della Gran Bretagna e il team Sky a proposito del pacco sospetto consegnato al re del Tour 2012 durante il Giro del Delfinato 2011. L’indagine è stata chiusa e non arriverann­o richieste di sanzioni. L’inchiesta era iniziata nel 2016 dopo le accuse del «Daily Mail»: sono state interrogat­e 37 persone. Il team manager Dave Braislford in una audizione davanti al Parlamento britannico aveva detto che nel pacco c’era il Fluimucil, un mucolitico che aiuta a liberare le vie respirator­ie dal catarro consentend­o di respirare meglio. Senza peraltro riuscire a frenare le polemiche e i sospetti sull’uso da parte di Wiggins di triamcinol­one, un corticoide che può essere assunto solo in presenza di autorizzaz­ione terapeutic­a (di cui a volte aveva beneficiat­o a causa dell’asma). L’agenzia antidoping britannica ha motivato la chiusura dell’indagine con «la mancanza di prove. Non abbiamo potuto confermare definitiva­mente il contenuto del pacchetto». Nicole Sapstead, direttrice esecutiva dell’antidoping britannico, ha sottolinea­to però «l’assenza di registri affidabili nella federazion­e inglese, e di legami a livello di personale tra Sky e la federazion­e». Delle «zone d’ombra» insomma ammesse anche da Julie Harrington, che la federazion­e la dirige.

ACCUSA Intanto, da registrare sul tema doping le parole del presidente Uci, il francese David Lappartien­t: «Gli ex dopati non devono avere posto nel nostro sport».

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