La Gazzetta dello Sport

Impresa Olimpia a Valencia da -17 alla vittoria dopo 2 supplement­ari

Olimpia: risale da -17, perde Goudelock e s’impone dopo 2 overtime. Pianigiani: «Orgoglioso»

- Massimo Oriani INVIATO A VALENCIA

Primo successo esterno di Milano guidata da un super Jerrels al debutto con 30 punti

Quando Andrew Goudelock cade a terra, senza contatto, stringendo­si la coscia sinistra e urlando di dolore, con l’Olimpia che si era aggrappata al suo bomber per risalire da un -17 frutto di un avvio shock di ripresa, gli ormai sin troppo citati fantasmi europei sembrano trasformar­si in vampiri che succhiano il sangue a una squadra che stava mettendoci il cuore. Si sa, le grandi imprese nascono quasi sempre dai momenti di maggior difficoltà. Quella dell’AX a Valencia potrebbe segnare la svolta, anche se l’ombra del (si teme, in attesa della risonanza) grave k.o. di Goudelock (flessori) si staglia minacciosa all’orizzonte.

CURTIS Due supplement­ari, dominati da Curtis Jerrells, l’ultimo arrivato, 30 punti a referto, 16 negli overtime, una prestazion­e straordina­ria che entra di diritto nell’album dei ricordi. Ma sarebbe riduttivo dare tutto il merito all’ex dell’Hapoel. Perché Milano ha trovato un’anima nella serata che poteva essere la più buia, quella del baratro di un 1-6 in classifica, e quindi di una sfida col Bamberg domani sera in un Forum incattivit­o. Uscito Goudelock, Pianigiani si è appoggiato per il resto della gara quasi esclusivam­ente a un quintetto formato da Theodore, Kalnietis, Jerrels, Micov e Tarczewski (e poi Gudaitis quando Kaleb è uscito per falli). Quindi con 3 piccoli, schierati anche in precedenza con Andrew, forse la chiave della partita. «La cosa fondamenta­le è che con quel quintetto abbiamo tenuto in difesa – dice il tecnico –. Era nel piano partita, volevamo finire così. Li abbiamo tenuti a 10 punti nel 4° periodo». Addirittur­a a zero nei 3’49” conclusivi dei regolament­ari. Dopo un buon 1° tempo, chiuso a -4, soprattutt­o per merito degli 11 punti di Pleiss in 8’, Milano pagava la folata offensiva di Erick Green, che ne infilava 8 nei primi 3’ della ripresa, dando corpo a un break di 13-0 che scavava un fosso di 17 punti. Lì, l’Olimpia poteva sedersi, credere che sarebbe andata a finire come le altre volte, che pure questa Eurolega fosse segnata. Invece no. «Abbiamo perso Goudelock proprio nel momento in cui stavamo rientrando – spiega il coach dei milanesi – ma i ragazzi non hanno smesso di crederci». Pur fallendo 6 volte il tiro del pareggio, Milano lo trovava a 13” dalla fine con Theodore. L’errore di Green mandava la gara al 1° overtime.

TRIPLE Che iniziava con un fantastico botta e risposta: tre triple a testa. L’errore di Theodore a 7” e quello di Sastre sulla sirena, costringev­ano le squadre ad arrivare sino al 50’ per decidere la sfida. Negli ultimi 5’ però in campo c’era solo l’Olimpia. E Jerrells. Scavato il solco di 10 punti, si poteva respirare. Alla sirena Curtis si faceva tre volte il segno della croce. E alzava lo sguardo al cielo. «Sono orgoglioso dei miei – chiude Pianigiani – perché stanno lavorando duramente. Per quel che mi riguarda, abbiamo giocato delle grandi partite in Eurolega, con la sola eccezione di quella con lo Zalgiris. Capita. Questa vittoria però non cambia nulla, non guardiamo alla classifica, dobbiamo pensare a mettere le basi per il futuro. Per questo conta questo successo».

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CIAMILLO Curtis Jerrells, 30 anni, un ritorno col botto dopo tre anni

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