La Gazzetta dello Sport

Donadoni sorride A Verona rientra il «faro» Pulgar

- Luca Aquino BOLOGNA

Da oggetto misterioso a insostitui­bile. È questa la parabola dei due anni bolognesi di Erick Pulgar. Il centrocamp­ista cileno è forse la scommessa principale di Donadoni, che per lui stravede e con il lavoro quotidiano lo ha impostato come nuovo Diawara. Davanti alla difesa, il 23enne è un punto fermo per i rossoblù. Lunedì sera a Verona rientrerà dopo un turno di squalifica, la sua seconda partita di questo campionato saltata dopo lo stop per infortunio a Benevento. Nelle altre 11 occasioni ha giocato tutti i minuti disponibil­i, senza mai essere sostituito.

GARRA SUDAMERICA­NA Donadoni non se ne vuole privare in nessuna circostanz­a. Lo ha piazzato come perno centrale del centrocamp­o nella seconda parte della scorsa stagione e da questo campionato gli ha affidato le chiavi della cabina di regia. Erick ricopre il ruolo con «garra» sudamerica­na e alcuni angoli da smussare dal punto di vista disciplina­re (troppi cartellini gialli), anche fuori dal campo con qualche scivolone di troppo che lo ha visto protagonis­ta in patria. Dice di ispirarsi a Busquets e Vidal, col quale ha vinto la Coppa America nel 2016, ed è legatissim­o al Cile, come dimostra il corpo ricoperto di tatuaggi che rappresent­ano le sue origini: dalla casa dove è nato ai nomi della madre e di tutti i suoi fratelli. La sua importanza per gli equilibri della squadra è fondamenta­le e per questo Donadoni accoglierà a braccia aperte il suo rientro in campo contro il Verona. Il Bentegodi, peraltro, è lo stadio nel quale ha segnato il suo unico gol in Italia, il 26 ottobre 2016 nell’1-1 contro il Chievo.

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