La Gazzetta dello Sport

BRAVA OLIMPIA, MA OCCHIO ALLO STRESS

- DAN PETERSON

E’più facile scrivere di quanto è difficile l’Eurolega per tutte, Milano compresa, dopo una grande vittoria, come quelle dell’Olimpia a Valencia mercoledì sera (dopo due overtime), che dopo una sconfitta. Qualcuno continua a parlare delle difficoltà di Milano in Europa. Certo, l’Eurolega è un livello altissimo, secondo soltanto all’Nba. Poi, l’Olimpia è l’unica squadra italiana in questa manifestaz­ione, quindi è l’unica di cui si parla. Ci fossero anche Virtus oppure Varese oppure Cantù si parlerebbe anche dei loro problemi. Invece no, perché ... non ci sono. Ma l’Eurolega è davvero complicata per tutti, anche per il Fenerbahce, che l’ha vinta l’anno scorso e che quindi è la squadra più forte d’Europa, ma che proprio l’altro ieri ha perso in casa. Fare almeno 30 partite in più rispetto alle altre squadre del tuo campionato, come succede a chi gioca in Eurolega, porta più di qualche scompenso! In passato era ben diverso. Quando la mia Olimpia ha vinto la Coppa dei Campioni nel 1987, abbiamo fatto in tutto soltanto 15 gare in totale in più: 4 in fase di qualificaz­ione, 10 nel girone finale, e la finalissim­a. E stop. Adesso Milano fa 15 partite solo in trasferta nel girone! E questo, ovviamente, vale anche per Fener, Olympiacos, Cska... Con questo impegno molte società hanno praticamen­te due squadre, una che gioca in campionato e una che gioca in Europa. Altro che «turnover», è una vera «rivoluzion­e» ogni settimana. E poi qualche volta si giocano (come questa settimana) 4 partite nel giro di 7-8 giorni, un ritmo da Nba, un ritmo da playoff italiani. Comunque uno stress notevole. E Milano, come le altre all’estero, paga questo in Serie A, quando, con le gambe ancora «intossicat­e» dal doppio impegno europeo, deve affrontare una squadra che gioca una sola volta alla settimana, che è riposata, guarita, allenata, preparata e affamata. Infatti, tutte le volte che l’Olimpia ha fatto 4 gare in 7 giorni, ha fatto una fatica enorme nella quarta gara. E domenica, meno di 48 ore dopo aver giocato col Bamberg, c’è la partita, in casa, contro il forte Avellino. Questo porta a due consideraz­ioni. Uno: per me ci vuole comprensio­ne e riconoscen­za per lo sforzo che l’Olimpia sta facendo, con innesti e infortuni, lavoro e trasferte, per lottare su due fronti tremendi. Due: serve un calendario che renda la vita più facile a tutte e quindi un accordo fra Fiba, Uleb, Lega... Ma questa è un’altra storia . Per ora bisogna dare ancora più valore alla vittoria milanese a Valencia. Questo in attesa dei prossimi esami stasera contro Bamberg e domenica contro Avellino. Consolazio­ne: almeno non c’è di mezzo una trasferta...

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