Niente più assegno e maxi risarcimento: il caso Berlusconi-Lario rivoluziona i divorzi?
Decisione dei giudici: Veronica dovrà restituire 43 milioni Non conta il tenore di vita, vince il criterio dell’autosufficienza
Berlusconi, non solo non dovrà più versare neanche un euro alla moglie divorziata Veronica, ma addirittura Veronica dovrà restituirgli 43 milioni. 1 Era già successa una cosa del genere in un’altra causa famosa. Sì, il contenzioso sul divorzio dell’ex ministro Vittorio Grilli
dalla ex moglie Lisa Lowenstein. La Cassazione quella volta stabilì che il concetto «dello stesso tenore di vita» doveva ritenersi superato. 2 Sì, se la moglie era ricca di suo oppure in grado di lavorare doveva provvedere da sé al proprio mantenimento. Mentre prima della sentenza Grilli i tribunali applicavano il principio che il marito doveva garantire alla moglie lo stesso tenore di vita goduto da
costei durante il matrimonio. Già. Infatti la sentenza Grilli e soprattutto questa che riguarda Berlusconi è stata già definita «storica», per esempio da Ettore Gassani, presidente degli avvocati matrimonialisti. «Avrà ripercussioni su tutti i divorzi d’Italia», a qualunque ceto appartengano i litiganti. 3 Entriamo nel dettaglio berlusconiano. La sentenza è stata emessa dalla corte d’appello di Milano, il che lascia spazio agli avvocati di Veronica per un ricorso in Cassazione, abbastanza vano direi a occhio, dato che è proprio la Cassazione ad aver fissato il nuovo principio. Berlusconi, che ha saputo della cosa mentre stava registrando
Porta a Porta, ha sospirato: «Questa vicenda con la madre dei miei tre figli mi ha sempre amareggiato ed addolorato. Ho lasciato tutto in mano ai miei avvocati e sono stato, credo, l’ultimo a saperlo, proprio venendo qui. Non commento, preferisco non commentare in alcun modo». 4 Ma Veronica è talmente ricca da poter restituire ipso facto 43 milioni di euro a Berlusconi? La sentenza aveva stabilito che i milioni da restituire erano sessanta (tutto il denaro versato dal marito a partire dal febbraio 2014), ma tra i due c’è stato nel frattempo un giro di dare-e-avere e questo fa sì che la somma si sia ridotta a 43 milioni. I giudici hanno fatto bene i conti in tasca alla signora, la quale risulta forte di un patrimonio di 300 milioni. Le «consistenti disponibilità patrimoniali» della donna «al momento della separazione» – si legge nel provvedimento – consistono, tra le altre cose, anche in «gioielli di valore pari a decine di milioni di euro», oltre a «una liquidità per oltre 16 milioni di euro, una villa a Schanf, in Svizzera, del valore di diversi milioni di euro, fiduciariamente intestata alla madre e al patrimonio immobiliare di proprietà della società Il Poggio, pari a circa 80 milioni». Nella sua costituzione in giudizio, la Lario aveva spiegato di voler conservare i gioielli «per lasciarli alle figlie e alla futura moglie del figlio». Ma Veronica Lario, al secolo Miriam Bartolini, può «contare su un cospicuo patrimonio, oltretutto costituitole integralmente dal marito», «nel corso del quasi ventennale matrimonio», somme di denaro che la stessa ex first lady «ha quantificato in 104.418.000 lordi». I giudici hanno ritenuto «che l’attuale condizione non solo di autosufficienza, ma di benessere economico della signora Bartolini, tale da consentirle un tenore di vita elevatissimo, comporti il venir meno del diritto a percepire un assegno divorzile». La signora Bartolini, si legge nella sentenza, ha inoltre «la capacità di produrre reddito, sia per le ingenti somme di denaro che l’ex marito le ha corrisposto sia perché possiede numerosi beni immobili di notevole valore commerciale». Il provvedimento, depositato ieri mattina, è immediatamente esecutivo.
5 E lei che dice?
Lei sta zitta. La Corte ha sposato integralmente la versione degli avvocati di Berlusconi, Filippo Giuggioli e Valeria De Vellis, che subito dopo la sentenza che aveva dato ragione a Vittorio Grilli contro la ex moglie, avevano presentato istanza alla Corte d’appello con l’obiettivo proprio di ottenere l’azzeramento dell’assegno mensile di 1,4 milioni di euro che l’ex premier versa da quando il divorzio è diventato definitivo. Una lettura contro cui si erano battuti gli avvocati di Veronica Lario, convinti che il nuovo orientamento sancito dalla Suprema Corte sia «sbagliato» e che contrasterebbe con l’articolo 5 della legge sul divorzio, nel quale le indicazioni sull’assegno di mantenimento sono piuttosto precise. Non sono i soli: è già stato depositato un progetto di legge diretto a modificare i parametri per la determinazione dell’assegno di divorzio, in cui si elimina sia il riferimento al tenore di vita sia quello all’indipendenza economica, introducendo criteri per riequilibrare le disparità economiche che si creano col divorzio, come il contributo dato alla famiglia o gli impegni nei confronti dei figli. Ma manca poco allo scioglimento del Parlamento. Se sarà il caso, se ne riparlerà nella prossima legislatura.
Tagliata la cifra di 1,4 milioni mensili: applicato il principio della sentenza Grilli
Intanto un progetto di legge introduce altri parametri come l’impegno con i figli