La Gazzetta dello Sport

Montella: «Napoli, possiamo farti male»

- Marco Pasotto INVIATO A MILANELLO (VARESE)

Èstato di parola. Due settimane fa, prima di partire per Reggio Emilia, aveva promesso che l’avremmo ritrovato allo stesso indirizzo, nello stesso contesto e con lo stesso ruolo. E infatti ieri Vincenzo Montella era seduto lì al suo posto, nella sala conferenze al piano seminterra­to di Milanello, a dispetto di un venerdì 17 che evidenteme­nte non lo inquietava più di tanto. Della scaramanzi­a da calendario in effetti il Milan non sente la necessità: per fare gli scongiuri bastano già un paio di dati, ad esempio il fatto che fino ad ora i rossoneri hanno perso inesorabil­mente contro tutte le avversarie che precedono in classifica (3 gol fatti e 13 subiti), oppure che nelle ultime sei uscite al San Paolo hanno messo insieme la miseria di due punti.

SVOLTA La maggior parte dei tifosi ha già collocato una croce preventiva sulla partita di stasera, rimandando i sogni di gloria a partire da domenica della settimana prossima, quando il Torino inaugurerà un lungo filotto di otto partite contro avversarie maneggiabi­li con un po’ meno ansia rispetto a oggi. Montella intanto ha osservato attentamen­te le evoluzioni della settimana consacrata alle nazionali e in termini personali cercherà di non dissipare il «bonus» acquisito grazie alle ultime due vittorie esterne con Chievo e Sassuolo. Le opzioni sono evidenti: in caso di sconfitta pesante il tecnico campano tornerebbe fatalmente in una situazione disagevole; se però le cose andassero meglio di quanto predicano i bookmaker, si potrebbe parlare davvero della famosa svolta. O scintilla, termine che ieri Montella ha abolito «perché ha portato male»: a un minimo sindacale di scaramanzi­a non si può rinunciare. IDENTITÀ Il tecnico rossonero, pur definendo il Napoli «la squadra che gioca il calcio migliore d’Europa», anche ieri non ha smarrito il buonumore. Per esempio, nel sentire il nome di Insigne ha reagito così: «Ma come, gioca? Non aveva la febbre? Mannaggia, mi sa che me lo sono sognato...». Insomma, quell’approccio un po’ scanzonato che chiede sempre anche alla squadra. Il tutto, nell’ambito di una sfida che ha come parole chiave «difficoltà e bellezza». Ma anche consapevol­ezza: «Stiamo trovando la nostra identità e anche continuità, in uomini e gioco. Abbiamo convinzion­i e idee. Peccato solo non essere mai riuscito a preparare una partita con 4-5 giorni di allenament­i veri a disposizio­ne. Ma d’altra parte quando alleni un grande club è normale giocare ogni tre giorni e avere via periodicam­ente tanti nazionali. Come si ferma il Napoli? Limitando il loro possesso palla con una grande aggressivi­tà di squadra. E cercando di tenere il pallone noi. Possiamo fargli male». E se Fassone in settimana aveva chiarito che a gennaio non è previsto mercato in entrata, Montella precisa: «Mi confronto tutti i giorni con Mirabelli, sappiamo cosa eventualme­nte si potrebbe fare e comunque tutte le squadre sono migliorabi­li. Ma io ora sono concentrat­o su questo gruppo, che a mio parere può crescere ancora molto». Parole di fiducia a cui si lega anche Mirabelli: «Il Milan sta bene e siamo ottimisti – ha detto a Sky –. Ora abbiamo un’altra marcia».

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