Inter, filastrocca per la storia Mai gli stessi 11 sei volte di fila
Dal ‘94-95, nessuno in A ha schierato una formazione identica per tanti turni come succederà domani ai nerazzurri. Tutto è nato da un polpaccio e una tonsilla
Con un’avvertenza non da poco, ma ormai siamo alla filastrocca nerazzurra. Questa inizia con «Handanovic, D’Ambrosio, Skriniar...». Le altre vanno dal «Sarti, Burgnich, Facchetti...» al «Julio Cesar, Maicon, Lucio, Samuel...», senza dimenticare lo «Zenga, Bergomi, Brehme...» di trapattoniana memoria. Squadre che hanno fatto la storia dell’Inter a colpi di successi - ecco l’avvertenza per evitare accuse di blasfemia -, ma che come quella di Spalletti erano identificabili con un undici base.
QUELL’ASCOLI Aspettando di vedere se riusciranno ad alzare qualche trofeo, a fare la storia domani sera contro l’Atalanta potrebbero essere però Icardi e compagni. Perché se per la sesta volta consecutiva scendesse in campo la stessa formazione il record scatterebbe non soltanto a livello interista, ma proprio di calcio italiano. Dal ‘94-95 infatti nessuna squadra ha schierato in Serie A lo stesso 11 in sei turni di fila. A cinque si è fermato l’Ascoli, che nel 2010-11 iniziò la stagione senza variazioni. Per gli amanti delle statistiche, prima dell’avvento di Spalletti l’Inter non era mai andata oltre alle tre formazioni uguali di fila. L’ultima volta è successo nel marzo scorso - contro Cagliari, Atalanta e Torino, avversarie che il calendario ora consegna in ordine invertito -, prima del grande crollo di primavera.
POLPACCIO E TONSILLE La filastrocca in fondo è iniziata quasi per caso, a causa di un polpaccio e una tonsilla. Il problema muscolare se lo è procurato in nazionale Brozovic dopo i lampi di Benevento. La tonsillite acuta ha invece messo k.o. Joao Mario alla vigilia del derby del 15 ottobre. Risolto così l’annoso dibattito sul trequartista, Borja avanzato di nuovo dopo il fallito esperimento nei primi 45’ con la Roma - quando iniziarono gli stessi undici dell’ultimo mese -, Vecino e Gagliardini finalmente complementari, Nagatomo a sgommare su Dalbert a sinistra. Perché in fondo anche prima della svolta col Milan i dubbi erano stati tre. Con Handanovic, Skriniar, Miranda, Perisic, D’Ambrosio, Borja, Candreva, Icardi sempre titolari e i primi quattro che devono ancora saltare un minuto.
PSICOLOGIA Spalletti ha spiegato che nella ricerca di dare solidità alla nuova casa gli serviva tenere un blocco fisso che assorbisse più in fretta il suo credo calcistico. Ancor più urgente era fare risultati, per innaffiare l’autostima dello spogliatoio e tenere coinvolti e motivati anche quelli che il campo lo stanno vedendo col binocolo o solo per manciate di minuti. E questo per ora è uno dei miracoli spallettiani, visto come rispondono i subentranti. Emblematico l’esempio di Eder. Mai titolare, in 9 gare su 12 è entrato nel finale ed è sempre stato decisivo. Non solo procurandosi il rigore a Bologna, scuotendo i compagni contro il Genoa, prendendo l’angolo da cui è nato il 3-2 nel derby e segnando contro il Torino. «A breve ci sarà pure la Coppa Italia e servirà il contributo di tutti» ha chiosato lo psicologo Spalletti. Per ora però si recita la filastrocca.