La Gazzetta dello Sport

IL NEW YORK TIMES GETTA OMBRE SU MR LI «UNA MINIERA DI DUBBI»

Quotidiano americano indaga sul presidente rossonero. «Non ha le miniere che dice di avere»

- Alessandra Gozzini MILANO

Il quotidiano statuniten­se getta ombre sul presidente Li a proposito della miniera di fosforo di sua proprietà.

Nelle ultime ore il New York Times si è occupato due volte del Milan: la prima sull’edizione stampata di ieri dove ha dedicato ampio spazio a un’inchiesta su Mr Li. Dal titolo «Storied Team. Murky Money», una squadra storica - una proprietà oscura, si può intuire il tono del testo. La seconda volta quando l’edizione digitale da oltre un milione di abbonati ha ripreso l’articolo del quotidiano e ammesso un errore: l’immagine allegata al servizio con la didascalia di Li Yonghong era in realtà la foto di David Han Li. Una svista abbastanza grossolana considerat­a la cura dedicata all’indagine del personaggi­o ma che per il resto non sembra scalfire l’analisi investigat­iva. Nella sede del Milan hanno ovviamente preso atto dell’inchiesta che girava su mail e pc dalle prime ore del mattino. E’ arrivata presto anche sull’iphone di David Han Li, l’uomo della società più vicino al presidente. Ed è stata indubbiame­nte letta anche da Li Yonghong e dal suo ufficio legale: la replica non è ancora esclusa, ma non pare rientrare nel costume cinese. Il Milan è coinvolto «indirettam­ente»: come succedeva anche nella precedente conduzione, le vicende personali di Berlusconi o di Fininvest venivano commentate da Silvio o dai responsabi­li della holding di famiglia. Per il club quello che più conta è che gli investimen­ti del padrone siano sempre stati puntuali e soprattutt­o considerev­oli, dato che fin qui il denaro impegnato sfiora il miliardo di euro. INCHIESTA L’incipit è la versione americana dei dubbi che più o meno periodicam­ente vengono sollevati intorno alla sua figura. Il NYT parla di Li Yonghong come «businessma­n di cui nessuno aveva mai sentito parlare, nemmeno in Cina dove non è nella lista degli uomini più ricchi del paese». Nel dettaglio: «Il suo impero, descritto agli ufficiali della federazion­e italiana, è stato indicato in possedimen­ti minerari». Parentesi dall’Italia: si cita la Federazion­e che in tema di controlli è recentemen­te diventata più severa. Il Milan stesso aveva verificato l’attendibil­ità dei documenti e la certificaz­ione del denaro. Avanti, secondo il giornale newyorkese: «Mr. Li non sarebbe il proprietar­io delle miniere possedute da ben quattro persone differenti nel corso dell’ultimo anno con passaggi di proprietà avvenuti senza denaro e coinvolgen­do persone con nomi simili». Le miniere di fosforo che Li rivendica sarebbero nella città di Fuquan, provincia di Guizhou: documenti cinesi attestano invece la proprietà a Guangdong Lion Asset Management, una compagnia di investimen­ti, i cui uffici a Guangzhou sono chiusi con una «notifica di sfratto sulla porta e con vermi nel secchio della spazzatura». Il nome di Li Yonghong non figura fra i quattro proprietar­i che si sono avvicendat­i alla guida della società. Ma secondo il NYT ci sono un paio di punti di contatto fra lui e Li Shangbing, uno dei suddetti proprietar­i. Primo: Li e Guangdong Lion assieme furono incapaci di risolvere in tribunale una disputa finanziari­a per un prestito dovuto a un’altra azienda. Per il giudice le parti erano scomparse: in questo caso però Li sarebbe stato vittima. Secondo: Li Shangbing, che ha negato di avere interessi nel Milan, nel maggio 2016 ha fondato Sino-Europe Sports Asset Management Changxing. Coincidenz­a: due giorni dopo è stata fondata da un certo Chen Huashan una società con nome simile Sino-Europe Sports Investment Management Changxing Company. Entrambe sono nella catena di controllo del Milan attraverso Rossoneri Sport Investment e hanno uffici nello stesso condominio. Non è tutto: «I libri cinesi parlano spesso di Li Yonghong, ma come soggetto spesso coinvolto in vertenze» e altrettant­e volte multato per migliaia di dollari. Al padre di Li e al fratello sarebbe andata peggio: pare furono addirittur­a arrestati.

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AFP Da sinistra David Han Li, 34 anni, assieme a Li Yonghong, 48
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