Il serpente argentino morde... con la testa «Voglio la Champions»
1Fermarsi a un gol? Banale, il goleador ha fame: 1 tripletta e 4 doppiette
San Siro aveva un gran bisogno di un sorriso dopo un lunedì di tante lacrime e zero gol. E Mauro Icardi a furia di cross ha piegato una delle migliori difese aeree del campionato, laddove gli Azzurri avevano esaltato i giganti svedesi. Perché il serpente di Rosario non manca mai un morso per tre gare di seguito e non aveva dimenticato le occasioni fallite contro il Torino prima della sosta. A sangue freddo, in 9’ Icardi ha risolto una partita che sembrava complicatissima per sé e per un’Inter che stava subendo l’orgoglio atalantino dopo le 7 sberle di marzo. La squadra a sbuffare a vuoto contro la rodata macchina di Gasp, lui a fare a sportellate a turno con Masiello, Palomino e Toloi. E quando sull’asse Miranda-Borja riesce con i denti a strappare una palla pulita, è Berisha a esaltarsi. Anche perché il veleno dell’argentino non esce come dovrebbe. Come alcuni minuti dopo, a strusciare di testa senza trovare la porta il cross di Candreva. Quello che più di tutti aveva ancora addosso il magone azzurro. Quello che se lo è messo definitivamente alle spalle a inizio ripresa, pennellando per la capoccia di Mauro che ha fatto esplodere i 52.177 fedelissimi interisti. Quando insomma Spalletti temeva la flessione da secondi tempi che spesso colpisce le big dopo la sosta - in fondo l’hanno accusata anche Napoli e Juve -, ci ha pensato Mister Sentenza. Che per evitare le scocciature dei decimali ha deciso poco dopo di segnare il tredicesimo gol in tredici partite. Altro cross di un azzurro super D’Ambrosio, e di sinistro -, altra magata a prendere il tempo ai difensori per metterla dentro, sempre di testa.
QUESTIONE DI TESTA E la testa è la doppia chiave di questa macchina da gol multipli (quattro doppiette e una tripletta solo in questo campionato), che si sta completando con il lavoro sporco - strepitoso un ripiegamento di 50 metri su Hateboer - che pure gli costa un pizzico del noto cinismo sotto porta. Ma testa è anche quella della classifica, che l’Inter grazie ai suoi gol tiene nel mirino col sorpasso alla Juve. Mentre il +14 sui cugini è un buffetto. Il Napoli rimane a due lunghezze in una serata in cui la squadra di Spalletti (che gli concede la standing ovation e lo ringrazia con un «cinque») aveva tutto da perdere e in cui invece ha vinto la decima partita su 13. Ecco perché alla fine diventano relativi i numeri mostruosi di Maurito. Che raggiunge quota 91 reti in nerazzurro (84 solo in campionato) e avvicina i 94 di un mito come Mariolino Corso, decimo in questa graduatoria. Sul trono dei bomber della A per ora invece c’è Ciro Immobile. Ma Icardi bracca anche lui e lo incrocerà il 30 dicembre.
PIEDI PER TERRA La testa Icardi ce la mette anche quando commenta la situazione a fine gara: «Scudetto? Due anni fa eravamo primi a Natale con Mancini, poi siamo andati giù. Dobbiamo continuare a fare bene e vedere se a maggio saremo capaci di essere ancora lì in alto. Champions e Mondiali i miei obiettivi? L’obiettivo è la Champions, poi pensiamo al Mondiale (ride, ndr). Io “serpentesco”? Non so, ho approfittato di quelle due palle, ma dovevo fare gol già nel primo tempo. Il ginocchio? Ho sentito un po’ di fastidio alla fine, ora lo curiamo bene questa settimana e siamo pronti per la prossima. Se continuo a fare gol con il tendine rotuleo così va benissimo». Giusto, Maurito non stava neanche benissimo...