La Gazzetta dello Sport

Il serpente argentino morde... con la testa «Voglio la Champions»

1Fermarsi a un gol? Banale, il goleador ha fame: 1 tripletta e 4 doppiette

- Luca Taidelli MILANO @LucaTaidel­li

San Siro aveva un gran bisogno di un sorriso dopo un lunedì di tante lacrime e zero gol. E Mauro Icardi a furia di cross ha piegato una delle migliori difese aeree del campionato, laddove gli Azzurri avevano esaltato i giganti svedesi. Perché il serpente di Rosario non manca mai un morso per tre gare di seguito e non aveva dimenticat­o le occasioni fallite contro il Torino prima della sosta. A sangue freddo, in 9’ Icardi ha risolto una partita che sembrava complicati­ssima per sé e per un’Inter che stava subendo l’orgoglio atalantino dopo le 7 sberle di marzo. La squadra a sbuffare a vuoto contro la rodata macchina di Gasp, lui a fare a sportellat­e a turno con Masiello, Palomino e Toloi. E quando sull’asse Miranda-Borja riesce con i denti a strappare una palla pulita, è Berisha a esaltarsi. Anche perché il veleno dell’argentino non esce come dovrebbe. Come alcuni minuti dopo, a strusciare di testa senza trovare la porta il cross di Candreva. Quello che più di tutti aveva ancora addosso il magone azzurro. Quello che se lo è messo definitiva­mente alle spalle a inizio ripresa, pennelland­o per la capoccia di Mauro che ha fatto esplodere i 52.177 fedelissim­i interisti. Quando insomma Spalletti temeva la flessione da secondi tempi che spesso colpisce le big dopo la sosta - in fondo l’hanno accusata anche Napoli e Juve -, ci ha pensato Mister Sentenza. Che per evitare le scocciatur­e dei decimali ha deciso poco dopo di segnare il tredicesim­o gol in tredici partite. Altro cross di un azzurro super D’Ambrosio, e di sinistro -, altra magata a prendere il tempo ai difensori per metterla dentro, sempre di testa.

QUESTIONE DI TESTA E la testa è la doppia chiave di questa macchina da gol multipli (quattro doppiette e una tripletta solo in questo campionato), che si sta completand­o con il lavoro sporco - strepitoso un ripiegamen­to di 50 metri su Hateboer - che pure gli costa un pizzico del noto cinismo sotto porta. Ma testa è anche quella della classifica, che l’Inter grazie ai suoi gol tiene nel mirino col sorpasso alla Juve. Mentre il +14 sui cugini è un buffetto. Il Napoli rimane a due lunghezze in una serata in cui la squadra di Spalletti (che gli concede la standing ovation e lo ringrazia con un «cinque») aveva tutto da perdere e in cui invece ha vinto la decima partita su 13. Ecco perché alla fine diventano relativi i numeri mostruosi di Maurito. Che raggiunge quota 91 reti in nerazzurro (84 solo in campionato) e avvicina i 94 di un mito come Mariolino Corso, decimo in questa graduatori­a. Sul trono dei bomber della A per ora invece c’è Ciro Immobile. Ma Icardi bracca anche lui e lo incrocerà il 30 dicembre.

PIEDI PER TERRA La testa Icardi ce la mette anche quando commenta la situazione a fine gara: «Scudetto? Due anni fa eravamo primi a Natale con Mancini, poi siamo andati giù. Dobbiamo continuare a fare bene e vedere se a maggio saremo capaci di essere ancora lì in alto. Champions e Mondiali i miei obiettivi? L’obiettivo è la Champions, poi pensiamo al Mondiale (ride, ndr). Io “serpentesc­o”? Non so, ho approfitta­to di quelle due palle, ma dovevo fare gol già nel primo tempo. Il ginocchio? Ho sentito un po’ di fastidio alla fine, ora lo curiamo bene questa settimana e siamo pronti per la prossima. Se continuo a fare gol con il tendine rotuleo così va benissimo». Giusto, Maurito non stava neanche benissimo...

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