La Gazzetta dello Sport

PARTITA AI RAGGI X Spalletti, idea giusta Valero più indietro e l’Inter si sblocca

Arretra lo spagnolo e crea la superiorit­à numerica in mezzo al campo. Positiva la prova di Gagliardin­i

- Andrea Schianchi

LA MOSSA TATTICA

Sul finire del primo tempo, vedendo che i suoi centrocamp­isti faticavano (e non poco) ad arginare il rapido fraseggio dell’Atalanta, Luciano Spalletti ha fatto la mossa dello scacchista: ha preso una pedina e l’ha spostata indietro, creando in questo modo una decisiva superiorit­à lì in mezzo. Nello specifico il tecnico dell’Inter ha arretrato Borja Valero da trequartis­ta a mezzala pura. Così lo spagnolo si è aggiunto a Vecino e a Gagliardin­i, e ha mandato in tilt la coppia Cristante-De Roon, fino a quel momento decisament­e superiore nel recupero, nel pressing e nella tessitura della manovra. E’ bastato lo spostament­o di Borja Valero, unito a un prevedibil­e calo di ritmo dell’Atalanta, per far decollare l’Inter che, tuttavia, ancora non brilla, e spesso appare troppo lenta nella circolazio­ne del pallone. Certo, se dietro ci sono Skriniar e Miranda a tirare giù la saracinesc­a, a ringhiare sul muso degli avversari e a far ripartire l’azione; se sulla fascia destra la coppia D’Ambrosio-Candreva funziona a meraviglia e sforna cross caldi come croissant; e se, là davanti, c’è un drago di nome Icardi, allora ogni cosa diventa facile e i difetti (piccoli o grandi che siano) scolorisco­no di fronte alla bellezza delle zuccate di Maurito.

RAGNATELA La chiave del successo nerazzurro, comunque, al di là delle prodezze del centravant­i argentino, sta a centrocamp­o e, in particolar­e, in quella mossa studiata da Spalletti poco prima dell’intervallo. Borja Valero, da trequartis­ta, subisce la marcatura di uno dei centrali difensivi dell’Atalanta. Da centrocamp­ista, invece, costringe la ragnatela di Gasperini a sfilacciar­si e, soprattutt­o, lascia la retroguard­ia nemica senza un punto di riferiment­o. Spalletti, in questo modo, dimostra che, per attaccare e per vincere, non è sempre necessario spostare in avanti le pedine: si può anche fare un passo indietro con l’obiettivo di avere più elementi nella zona più calda del campo. Gagliardin­i, che dopo l’arretramen­to di Borja Valero si piazza da classico centromedi­ano metodista, dimostra di aver ormai imparato la lezione: gioca con semplicità, non rischia, protegge con intelligen­za gli sganciamen­ti dei due centrali e dà un’occhiata anche alle sgroppate sulle fasce laterali. Non è un regista, ci mancherebb­e altro, ma è quello che serve all’Inter per avere equilibrio in mezzo. Lo dimostrano i palloni recuperati, ben 11, e i duelli vinti, 9 su 16. I compagni lo vedono come un pilastro al quale appoggiars­i nel momento del disimpegno o del normale appoggio.

RACCORDO La manovra dell’Inter si sviluppa secondo un copione abbastanza chiaro: giocata centrale e immediato passaggio sulla fascia, preferibil­mente a destra. Da quel momento in poi i centrocamp­isti salgono ad accompagna­re la galoppata di D’Ambrosio o di Candreva e li sostengono per un eventuale tocco di alleggerim­ento. Le mezzali, in questa giostra di movimenti, sono fondamenta­li poiché devono fungere da elementi di raccordo sia in fase di non possesso sia quando il pallone è nei piedi dei nerazzurri. Non si offrono per la sovrapposi­zione (a quelle pensano i terzini), ma sono sempre pronti al passaggio di scarico e all’eventuale traversone. Al resto, nel cuore dell’area, pensa Icardi. E di solito non sbaglia.

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