PARTITA AI RAGGI X Spalletti, idea giusta Valero più indietro e l’Inter si sblocca
Arretra lo spagnolo e crea la superiorità numerica in mezzo al campo. Positiva la prova di Gagliardini
LA MOSSA TATTICA
Sul finire del primo tempo, vedendo che i suoi centrocampisti faticavano (e non poco) ad arginare il rapido fraseggio dell’Atalanta, Luciano Spalletti ha fatto la mossa dello scacchista: ha preso una pedina e l’ha spostata indietro, creando in questo modo una decisiva superiorità lì in mezzo. Nello specifico il tecnico dell’Inter ha arretrato Borja Valero da trequartista a mezzala pura. Così lo spagnolo si è aggiunto a Vecino e a Gagliardini, e ha mandato in tilt la coppia Cristante-De Roon, fino a quel momento decisamente superiore nel recupero, nel pressing e nella tessitura della manovra. E’ bastato lo spostamento di Borja Valero, unito a un prevedibile calo di ritmo dell’Atalanta, per far decollare l’Inter che, tuttavia, ancora non brilla, e spesso appare troppo lenta nella circolazione del pallone. Certo, se dietro ci sono Skriniar e Miranda a tirare giù la saracinesca, a ringhiare sul muso degli avversari e a far ripartire l’azione; se sulla fascia destra la coppia D’Ambrosio-Candreva funziona a meraviglia e sforna cross caldi come croissant; e se, là davanti, c’è un drago di nome Icardi, allora ogni cosa diventa facile e i difetti (piccoli o grandi che siano) scoloriscono di fronte alla bellezza delle zuccate di Maurito.
RAGNATELA La chiave del successo nerazzurro, comunque, al di là delle prodezze del centravanti argentino, sta a centrocampo e, in particolare, in quella mossa studiata da Spalletti poco prima dell’intervallo. Borja Valero, da trequartista, subisce la marcatura di uno dei centrali difensivi dell’Atalanta. Da centrocampista, invece, costringe la ragnatela di Gasperini a sfilacciarsi e, soprattutto, lascia la retroguardia nemica senza un punto di riferimento. Spalletti, in questo modo, dimostra che, per attaccare e per vincere, non è sempre necessario spostare in avanti le pedine: si può anche fare un passo indietro con l’obiettivo di avere più elementi nella zona più calda del campo. Gagliardini, che dopo l’arretramento di Borja Valero si piazza da classico centromediano metodista, dimostra di aver ormai imparato la lezione: gioca con semplicità, non rischia, protegge con intelligenza gli sganciamenti dei due centrali e dà un’occhiata anche alle sgroppate sulle fasce laterali. Non è un regista, ci mancherebbe altro, ma è quello che serve all’Inter per avere equilibrio in mezzo. Lo dimostrano i palloni recuperati, ben 11, e i duelli vinti, 9 su 16. I compagni lo vedono come un pilastro al quale appoggiarsi nel momento del disimpegno o del normale appoggio.
RACCORDO La manovra dell’Inter si sviluppa secondo un copione abbastanza chiaro: giocata centrale e immediato passaggio sulla fascia, preferibilmente a destra. Da quel momento in poi i centrocampisti salgono ad accompagnare la galoppata di D’Ambrosio o di Candreva e li sostengono per un eventuale tocco di alleggerimento. Le mezzali, in questa giostra di movimenti, sono fondamentali poiché devono fungere da elementi di raccordo sia in fase di non possesso sia quando il pallone è nei piedi dei nerazzurri. Non si offrono per la sovrapposizione (a quelle pensano i terzini), ma sono sempre pronti al passaggio di scarico e all’eventuale traversone. Al resto, nel cuore dell’area, pensa Icardi. E di solito non sbaglia.