La Gazzetta dello Sport

Il Napoli alza l’asticella Ora vince senza palla

Contro il Milan per la prima volta nel torneo ha ceduto il possesso agli avversari: la squadra ha imparato a essere concreta e spietata

- Mimmo Malfitano NAPOLI LUNEDÌ 20 NOVEMBRE 2017

uestione di maturità raggiunta. Lasciamo stare la fortuna, che non guasta, ma in questo caso non c’entra niente: il Napoli vince, perché è più forte degli avversari. La consideraz­ione è evidenziat­a dai risultati, sicurament­e, ma pure dall’aspetto tecnico-tattico. Non sarà casuale se il progetto di Aurelio De Laurentiis e Maurizio Sarri è materia di studio per chi ha programmi ambiziosi. E quando si vince, senza che tutto abbia funzionato, allora vuol dire che la squadra ha raggiunto l’apice della competitiv­ità, che ha generato un meccanismo quasi perfetto, che pur se non funzionant­e in qualche ingranaggi­o, prevale comunque.

POSSESSO PALLA Così com’è accaduto contro il Milan, per esempio. Per la prima volta, in questa fase del campionato, il Napoli non ha avuto il predominio nel possesso palla. Un dato che non preoccupa affatto, Maurizio Sarri. Anzi, lui stesso s’è detto soddisfatt­o per come la squadra abbia saputo gestire il doppio vantaggio sui rossoneri, senza rischiare troppo. Il gol di Romagnoli, tutto sommato,

La media in percentual­e di possesso palla del Napoli, primo in Serie A e quinto in Europa dopo City, Psg, Borussia Dortmund e Bayern Monaco è nato da una prodezza dello stesso difensore rossonero e da un’improbabil­e intervento di Pepe Reina, tuffatosi in evidente ritardo sulla conclusion­e dalla distanza. Sabato sera, il Napoli ha tenuto il pallone per una percentual­e gara del 45,07, fatto insolito per un collettivo che ha sempre avuto un dominio inattaccab­ile. PREVALENTE Le statistich­e non lasciano dubbi sulla consistenz­a del gioco napoletano. In quattro delle 13 gare disputate fin qui, in campionato, il collettivo di Sarri ha fatto registrare un possesso palla che è andato oltre il 70 per cento. Il massimo, l’ha conseguito contro il Chievo, al Bentegodi, dove pur non entusiasma­ndo sul piano del gioco, è riuscito a tenere il pallone per una percentual­e del 73,32. In questo caso, però, la gestione quasi totale della partita non è servita per vincere: è finita 0-0. In precedenza, aveva dominato, in modo autoritari­o, contro Sassuolo (73,05 per cento), Cagliari (72,51) e Benevento (71,81). Nei cinque campionati europei più importanti, il Napoli occupa il quinto posto nella speciale classifica stilata che quantifica il possesso palla con il 63,98 per cento di media. Al primo posto c’è il Manchester City, col 70,86, che sta dominando in Premier e in Champions League. Gli azzurri sono davanti al Barcellona (63,48), la squadra-simbolo di questo atteggiame­nto di gioco.

LA METAMORFOS­I Nasce dalla consapevol­ezza di crederci, adesso. Di credere nella propria forza, di avere la certezza di poter arrivare fino in fondo, quest’anno. E nasce pure dalla capacità dell’allenatore di saper gestire il gruppo. C’è poi la crescita dei tanti giovani sui quali il club ha voluto investire nelle ultime stagioni. Da Koulibaly a Hysaj, da Zielinski a Diawara fino a Rog e Jorginho il cui talento non è più un’incognita, passando per quel tridente offensivo che è una delle meraviglie del nostro calcio. Al di là dello spettacolo, il Napoli ha imparato ad essere concreto, a non mostrarsi spocchioso e a badare al sodo. Relativame­nte alle ultime giornate la squadra ha evidenziat­o qualche difficoltà nella tenuta e nel palleggio, ma non ha mai perso l’autorevole­zza nella gestione del gioco. Ora, c’è di mezzo la Champions, nessuno pretenderà lo spettacolo, ma battere lo Shakhtar potrebbe rendere ancora più suggestivo questo progetto che sta entusiasma­ndo.

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AFP Jorginho, 25 anni, regista italobrasi­liano: è lui il metronomo del possesso palla sarriano

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