La Gazzetta dello Sport

Atletico, è dura ma Simeone fa finta di niente

Tecnico argentino: «Stiamo bene» Intanto però Griezmann è scarico e non va a segno da quasi otto partite

- Filippo Maria Ricci CORRISPOND­ENTE DA MADRID @filippomri­cci

«In Liga siamo messi molto bene». Diego Simeone si sforza di vedere mezzo pieno un bicchiere con un dito d’acqua, e la straordina­ria stampa che segue l’Atletico, con un cuore grande così, non fa nulla per contraddir­lo. Ascoltando il condottier­o «colchonero» ci è parso di aver visto un altro derby, sabato sera al Wanda Metropolit­ano. Per il «Cholo» i suoi hanno fatto una prima mezz’ora brillantis­sima, e alla fine hanno avuto sfortuna perché la palla non è voluta entrare.

FOTOGRAFIA PARZIALE Nessuna menzione nelle parole dell’allenatore dell’Atletico riguardo ai 7 pareggi nelle ultime 9 gare, né dei 10 punti che separano l’Atletico dal Barça in classifica, né per la costante pressione sofferta contro il Real o per l’incredibil­e numero di palloni sparacchia­ti dalla difesa verso l’attacco con appiccicat­i sul cuoio messaggi di speranza tipo quelli che inviano a casa i militari dal fronte. Per Simeone va bene così, è il suo modo di tenere unita una truppa sfilacciat­a, col morale a terra e in alcuni elementi vicina alla diserzione. Antoine Griezmann flirta con chiunque gli faccia un sorriso, Simeone fa quadrato: «Io amo la mia famiglia e finché qualcuno è parte della mia famiglia non mi sentirete mai parlar male di lui. Mai. Finché uno sta con noi è uno di noi. Rimproveri a famigliari che si comportano male? Se ci sono restano all’interno della famiglia».

GRIZZY IN CRISI Il «Cholo» paternalis­ta può anche essere convincent­e, ma è certo che Griezmann è in uno stato di forma pietoso: 718 minuti senza un gol, il rigore trasformat­o nella sconfitta col Chelsea il 27 settembre, quasi due mesi fa. Ma forse più del digiuno preoccupa la faccia, l’attitudine, il body language del francesino che a lungo ha tenuto alte le tavole del «Cholismo». Griezmann corre e corre senza incidere, pare svuotato, triste, consumato. L’Atletico è un attimo più guerriero, però senza esagerare. La Liga, nonostante quel che dice Simeone, è andata, la Champions quasi: i ragazzi del «Cholo» devono battere la Roma e vincere a Stamford Bridge. E lo sforzo titanico sarà inutile se il Qarabag non farà almeno un punto contro la Roma o il Chelsea. Che poi all’Atletico, in gennaio rinforzato dagli arrivi di Diego Costa e Vitolo, magari vada bene cavalcare l’Europa League può essere, però al momento la situazione è grigia.

CASA OSTILE E la Roma ha il dovere di approfitta­rne. Anche perché al Wanda Metropolit­ano l’Atletico ha vinto le prime due, poi sconfitta col Chelsea e 4 pareggi. Un bell’impianto, si, che però non è ancora una casa per i «colchonero­s», affettivam­ente orfani del Calderon.

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AP Diego Simeone, 47 anni

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