La Gazzetta dello Sport

Anderson, il calvario non è ancora finito La Lazio rischia di riaverlo solo nel 2018

Pubalgia sembra risolta, ora c’è però il problema del tono muscolare. Rientro non prima di dicembre

- Stefano Cieri ROMA

Alzi la mano chi non l’ha pensato: se ci fosse stato anche lui il derby sarebbe andato diversamen­te per la Lazio. Ma lui, Felipe Anderson, non c’era. Come non c’era stato in nessuna delle sedici partite ufficiali giocate in precedenza dalla squadra biancocele­ste. Il calvario del calciatore brasiliano, che dura ormai da quasi quattro mesi, non è ancora finito. E chissà quanto ancora dovrà durare. Il derby sembrava poter segnare un nuovo inizio per il fantasista laziale. Si pensava sarebbe potuto almeno partire dalla panchina. Che avrebbe significat­o assaporare quantomeno la gioia di rivedere da vicino quel campo che non calca dal 29 luglio scorso, quando si fermò nel corso dell’amichevole con il Bayer Leverkusen. Un’eternità. TEMPI ANCORA LUNGHI E invece niente. Il rientro è stato nuovamente rinviato. Una settimana fa Felipe si era mosso bene nell’amichevole giocata a Formello con il Divino Amore. Poi però nei giorni seguenti si è bloccato di nuovo. L’infortunio che lo ha tenuto così a lungo ai box (tendinopat­ia calcifica cronica all’adduttore) non c’entra nulla. Quello è stato superato. Il problema, come è consuetudi­ne in questi casi, è che il tono muscolare del giocatore è decisament­e al di sotto di una soglia accettabil­e. Per curare quella che è a tutti gli effetti una pubalgia, l’unica possibilit­à

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ANSA Felipe Anderson, 24 anni

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