CRISI VIRTUS SERVONO SCELTE DEFINITIVE

Spettacolare, bellissima, e piena di pathos la sfida del Forum, strappata con le unghie da Avellino a una Milano che ha giocato 14 quarti in cinque giorni e se non è record poco ci manca. Tant’è. La trama però è stata avvincente tra due club che viaggiano in prima classe con Brescia, Venezia e Torino. Poi, più sotto, ecco i vagoni popolari dove sta scomodamente seduta la Virtus Bologna, alla quarta sconfitta di fila. Brindisi certifica la crisi delle V nere, ancora prostrate da un finale amaro. Diverso, certo, dagli altri, vissuto senza il rimorso d’aver scialato vantaggi consistenti ed anzi ricucendo un -6, vanificato però dalle 3 palle perse negli ultimi due minuti quando diventa obbligatorio far la cosa giusta e la Virtus non la fa mai. Morale: il piatto piange e spinge a guardar sotto (le ultime sono a -2) più che al piano di sopra e pure l’attenuante della coperta corta (a Brindisi erano in sette più Pajola) regge fino a un certo punto perché gli ammanchi non son solo quelli della sera prima. Così il destino di Ramagli pare tutto da scrivere perché dal «nulla cambierà» professato a luci spente alla vigilia si è passati al bisogno di una riflessione. Oggi la dirigenza entra nel pensatoio: fiducia o ribaltone? Va deciso nelle prossime ventiquattro ore. Non più tardi.