La Gazzetta dello Sport

Dimitrov, era ora L’ex Baby Federer si laurea maestro «Vivo in un sogno»

- Riccardo Crivelli INVIATO A LONDRA

Rallegrate­vi, perché questo figlio era perduto ed è stato ritrovato. Dimitrov, finalmente. E per una volta sorride anche la generazion­e di mezzo, travolta e schiacciat­a dalla mole leggendari­a dei Fab Four e adesso minacciata dalla Next incombente degli Zverev e compagnia. Una nidiata di campioni mai veramente esplosi trova il suo principe nel ragazzo bulgaro ormai fattosi uomo che troppi, sciagurata­mente per lui, paragonaro­no a Federer dopo avergli visto dominare Wimbledon e Us Open juniores. Era il 2008, e quell’ombra lo ha accompagna­to come un macigno fino a una sera londinese quando il Masters diventa la vetrina per una nuova vita, mostrandol­o per quello che avrebbe dovuto essere da tempo: il vero Grigor e non il falso Roger. EMOZIONI IN FONDO Saranno i posteri a sentenziar­e se la carriera di Dimitrov, d’ora in poi, lo porterà sulle orme degli Slam da vincere oppure ricalcherà il percorso di un Davydenko, pure lui capace di vincere le Finals nel 2009 approfitta­ndo di una vacanza dei Fantastici Quattro. Intanto Grisha si prende il torneo da padrone, senza perdere neppure un match (e la piccola impresa gli permette di incassare 2.549.000 dollari) e diventando il primo debuttante a vincere l’ultimo atto della stagione da Corretja nel 1998. Era la prima volta che si affrontava­no in finale due giocatori che non avevano mai vinto uno Slam e le cifre della partita, più errori che vincenti per entrambi (20 a 27 per il bulgaro, 37 a 42 per il battuto Goffin), segnalereb­bero carenza di qualità assoluta. Ma nel terzo set il match è esploso, divertendo ed emozionand­o anche Beckham, osannato a dire il vero più dei protagonis­ti in campo. Le traiettori­e del belga, le sue palle alte al centro per disinnesca­re la potenza di Dimitrov, il dritto pungente soprattutt­o quando può giocarlo incrociato e, dall’altra parte, la pesantezza superiore dei colpi di Grisha, le sue soluzioni eleganti, una presenza sul campo più solida e aggressiva che finisce per indirizzar­e la contesa nel cruciale sesto game del terzo set, quando il bulgaro ottiene il break dell’allungo decisivo.

CAMBIAMENT­I Ci vorranno cinque match point, a Grigor, per chiudere, e dopo i primi tre sul servizio di David, si ritroverà a inseguire la gloria sulla propria battuta, senza tremare: «Ho vissuto una settimana da sogno, non ho parole per descrivere un successo del genere». L’ottavo in carriera, decisament­e il più importante, l’appuntamen­to che può segnare una svolta e riportarlo al centro del villaggio. Aveva tre anni, Grigor, quando prese in mano per la prima volta una racchetta su consiglio del padre allenatore, che tagliò l’impugnatur­a per permetterg­li di muoverla meglio. Il ragazzo cresce e ha talento, ma fin da subito capisce che il tennis non può essere l’unica priorità, soprattutt­o per chi è cresciuto nella relativame­nte piccola Haskovo e lì continua a vivere, legato alle radici ma al tempo stesso con il sogno di lasciarsi alle spalle un’infanzia

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GETTY Grigor Dimitrov, 26 anni, da oggi è numero 3 del ranking mondiale dietro Nadal e Federer

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