La Gazzetta dello Sport

TAVECCHIO LA RESA DEI CONTI

OGGI CONSIGLIO FEDERALE INFUOCATO

- Alessandro Catapano ROMA

Malagò: «Penso che si dimetta» Replica Figc «Non lo farà»

Tavecchio in bilico «Ma non mi dimetto» E prova a rilanciare

Segnatevi questi nomi, non tutti noti al grande pubblico: Ermelindo Bacchetta, Karl Rungger, Giuseppe Caridi, Antonio Cosentino, Andrea Montemurro. E ovviamente Cosimo Sibilia. Sono i sei consiglier­i federali in quota Lnd. Sei voti che oggi possono interrompe­re o allungare l’avventura di Carlo Tavecchio.

VOTO DI FIDUCIA Come si è arrivati a questo punto? Mercoledì scorso, riunite tutte le componenti, Tavecchio dichiara la sua indisponib­ilità a dimettersi e annuncia il varo di un piano di riforme straordina­rie, che presenterà il lunedì successivo, oggi. Nel frattempo, il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina, fin lì sostenitor­e della resistenza del presidente federale, comincia a rivedere la propria posizione. Sabato Gravina annuncia alla Gazzetta che chiederà l’azzerament­o dell’intero Consiglio federale, aprendo a uno scenario fin lì imprevisto: le dimissioni dei rappresent­anti di Calciatori e Lega Pro, con la conseguent­e decadenza del Consiglio federale. Una posizione che ieri Giancarlo Abete, ex presidente federale, consiglier­e di Lega Pro, estimatore di Tavecchio e non esattament­e in linea con Giovanni Malagò, ha smussato un tantino: stamattina la Lega Pro non abbandoner­à il tavolo come potrebbe fare l’Aic, ma chiederà di sottoporre alla valutazion­e dei consiglier­i le dimissioni di Tavecchio e di tutto il Consiglio. Di fatto, un voto di fiducia, senza valore giuridico (l’istituto non è previsto), ma con un peso politico enorme.

COMBATTUTI Ecco perché la palla torna alla pattuglia Lnd. Fino ad oggi, la stampella di Tavecchio. Da oggi, la prima spinta per il rinnovamen­to? Stamattina, Cosimo Sibilia riunirà il Consiglio direttivo. Un plotone di 27 persone, dove ci sono amici e nemici, estimatori e detrattori dell’attuale presidente federale. L’aria che tira è che, nelle ultime ore, sia aumentata la percentual­e di chi, con dispiacere, è disposto a sacrificar­e Tavecchio per consentire al calcio italiano di voltare pagina. E, del resto, anche Cosimo Sibilia, alla luce della disfatta mondiale, aveva condiviso con il presidente la necessità di ancorare la sopravvive­nza di questo progetto a una larga maggioranz­a. Come si regolerann­o? Andrea Montemurro, presidente della Divisione calcio a 5, ha già mandato un avviso di garanzia a Tavecchio.

CONTROPIED­E Ma non tutto è perduto. Il presidente federale, che da giorni incassa gli inviti a resistere di Silvio Berlusconi e dei grandi club della A – anche ieri lo ha chiamato Agnelli – potrebbe, ancora una volta, rovesciare il tavolo. Con un colpo di scena: proporre al Consiglio di sottoporre la piattaform­a programmat­ica cui ha lavorato in questi giorni (con il contributo di tutti) in un prossimo appuntamen­to, tra un paio di settimane, quando saranno tornati in Consiglio i rappresent­anti di B e A. E, quel giorno, rassegnare le proprie dimissioni se il piano verrà bocciato. Glielo consentira­nno? In fondo – riflette Tavecchio –, ricomporre il Consiglio con le due leghe maggiori è quello che gli chiedono in molti, da Lotito («È inopportun­o prendere decisioni perché mancano le componenti più importanti del nostro calcio») al presidente del Coni, che ieri ospite di Che

tempo che fa ha sottolinea­to: «Va riformato il sistema, come si fa con un Consiglio federale zoppo? L’unica Lega che ha funzionato è la Dilettanti». Materiale sufficient­e ad auspicare il passo indietro di Tavecchio: «Credo che si presenterà al Consiglio da dimissiona­rio», dice Malagò. Ipotesi subito smentita dal presidente federale all’Ansa. E la vicenda Ventura? «Dopo il no di Donadoni – racconta il numero uno del Coni – io e Tavecchio incontramm­o Lippi, che si propose come d.t e ci chiese di interpella­re gli allenatori disponibil­i. Scelse Ventura, col quale si sentiva più in sintonia. Peccato che dieci giorni dopo spuntò quella norma che non consentì di mettere sotto contratto Lippi. Col risultato che il c.t. non si è potuto confrontar­e con lui, ma con Ulivieri...». Di quella norma, per inciso, dentro e fuori la Figc erano ignari tutti, non solo il presidente federale.

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In trincea Carlo Tavecchio, 74 anni, presidente della Figc
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GETTY Cosimo Sibilia, 58 anni, presidente della Lega dilettanti, e Carlo Tavecchio, 74 anni, presidente Figc

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