CROLLO JUVE
Super Samp: tris da favola, campioni a -4 L’allarme di Chiellini «Dobbiamo parlarci»
Soltanto quando ha capito che stava vivendo un’umiliazione sconcertante, la Juventus ha deciso di attenuarla, segnando due reti nel recupero; almeno ha zittito gli olé che accompagnavano ogni passaggio dei doriani sul 3-0, almeno ha fatto abbassare le braccia dei distinti signori di tribuna che salutavano l’uscita dei dirigenti, prima del 90’, con le mani aperte e tre dita ben tese. Però un ritocco tardivo alla facciata non ha salvato la giornata, l’umore, la classifica: in serata l’Inter fa scivolare la Juve al terzo posto. Se non cambierà di nuovo nel prossimo turno, Madama si presenterà a Napoli tra due giornate con 4 punti di svantaggio, quindi il rischio del -7. Al primo dicembre. «So come riaggiustare questa squadra», dice Allegri. Non deve aspettare il San Paolo per dimostrarlo, mercoledì ci sarà la visita del Barcellona.
I MOTIVI Sei vittorie in casa su sei in campionato, una in Coppa Italia, il derby preso in trasferta ma su questo prato. La Samp a Marassi è nel tempio della felicità. Non batteva la Juventus da maggio 2013, il suo allenatore, Marco Giampaolo, non aveva mai raccolto punti con i bianconeri in dieci precedenti. La Sampdoria è aggressiva e coperta nel primo tempo: non tira mai in porta, soltanto una volta fuori, con Quagliarella. Fatica su un lato, quello di Strinic, e in alcune imbucate centrali; ma la Juve non passa. Nella ripresa invece la banda di Giampaolo ruggisce e la Signora non sa rispondere; prende paura, azzera la salivazione, si sfascia a centrocampo. Resta ferma in troppi momenti, la scena più esplicativa è il raddoppio, con i doriani che si cercano senza opposizione e Torreira che sembra un fulmine tanto arriva d’impeto, ma in realtà la sensazione è ingigantita dall’immobilismo altrui. La Juve ha più qualità, e anche più occasioni, però si rende la vita facile quando è troppo tardi. Subisce quattro vere conclusioni, tre sono esultanze. La Juve, piegata dai muscoli di Zapata e dalla ferocia fisica di Torreira, prende troppi gol, si è capito: 14 in questo torneo, 10 in trasferta, dove finora aveva vinto quattro volte, più un pari. In altre giornate, sapeva reagire; adesso no.
LE MOSSE La seconda sconfitta del campionato, dopo quella in casa con la Lazio, è figlia di troppi errori. Quelli nella fase difensiva coinvolgono tutti, come piace agli allenatori che ragionano sempre per blocco di squadra. E’ raccolta in area la Juve quando va in svantaggio e anche Bernardeschi è colpevole con un tentativo di rinvio maldestro che serve Zapata. E’ tutta in linea anche nel 3-0, da una punizione laterale; mentre
RCoperti nel primo tempo, i doriani nel secondo s’impadroniscono del centrocampo
è spaccata sul 2-0, quando l’ultima barriera non viene protetta dall’inserimento di un centrocampista. Questione di testa, di volontà; le pause vengono pagate. Mentre quando ha in mano la gara, manca la ferocia del passato. Il migliore è una riserva, Douglas Costa, efficace anche se è più facile giocare a campo aperto. Cuadrado si perde nell’attimo in cui deve giustiziare Viviano, Mandzukic usa una velocità troppo inferiore per far girare l’attacco, dalle fasce arriva poco. E Bernardeschi, titolare per Dybala all’inizio, è elegante in alcuni tocchi ma non spietato nell’affondo. Nonostante tutto, la Juve avrebbe l’1-1 sul piede, in un contropiede schiacciante. Higuain e Cuadrado non si intendono: lo specchio di una prestazione.
SAMPDORO Come d’abitudine, la creatura di Giampaolo cerca di andare allo scippo del pallone in zone lontane dalla sua area. Il rombo di centrocampo, guidato da Torreira vertice basso, si appiccica con il vertice opposto (Ramirez) al regista bianconero, mentre gli interni pendono verso il lato dell’azione per insabbiare anche il lato forte. La Juve a lungo cerca di scavare spazio oltre questa barriera, con il trio sistemato dietro Higuain che deve evitare la staticità. Ci riesce soltanto nel primo tempo. Dopo, Torreira non viene più fermato, Silvestre toglie anche ogni speranza di aggancio, Ferrari segna come una punta, Ramirez ha il piede più caldo e Zapata è simile a se stesso, l’uomo che a marzo a Udine travolse Bonucci e Buffon. Adesso ci sono Lichtsteiner e Szczesny, ma il colombiano ammacca pure loro.
1Zapata, Torreira e Ferrari mettono a nudo la Signora. Vana la rimonta di Higuain e Dybala: in serata il sorpasso dell’Inter 1 PRIMO SUCCESSO Quella di ieri è stata la prima vittoria di Giampaolo contro la Juve: in precedenza aveva perso 10 volte