La Gazzetta dello Sport

CROLLO JUVE

Super Samp: tris da favola, campioni a -4 L’allarme di Chiellini «Dobbiamo parlarci»

- Pierfrance­sco Archetti INVIATO A GENOVA

Soltanto quando ha capito che stava vivendo un’umiliazion­e sconcertan­te, la Juventus ha deciso di attenuarla, segnando due reti nel recupero; almeno ha zittito gli olé che accompagna­vano ogni passaggio dei doriani sul 3-0, almeno ha fatto abbassare le braccia dei distinti signori di tribuna che salutavano l’uscita dei dirigenti, prima del 90’, con le mani aperte e tre dita ben tese. Però un ritocco tardivo alla facciata non ha salvato la giornata, l’umore, la classifica: in serata l’Inter fa scivolare la Juve al terzo posto. Se non cambierà di nuovo nel prossimo turno, Madama si presenterà a Napoli tra due giornate con 4 punti di svantaggio, quindi il rischio del -7. Al primo dicembre. «So come riaggiusta­re questa squadra», dice Allegri. Non deve aspettare il San Paolo per dimostrarl­o, mercoledì ci sarà la visita del Barcellona.

I MOTIVI Sei vittorie in casa su sei in campionato, una in Coppa Italia, il derby preso in trasferta ma su questo prato. La Samp a Marassi è nel tempio della felicità. Non batteva la Juventus da maggio 2013, il suo allenatore, Marco Giampaolo, non aveva mai raccolto punti con i bianconeri in dieci precedenti. La Sampdoria è aggressiva e coperta nel primo tempo: non tira mai in porta, soltanto una volta fuori, con Quagliarel­la. Fatica su un lato, quello di Strinic, e in alcune imbucate centrali; ma la Juve non passa. Nella ripresa invece la banda di Giampaolo ruggisce e la Signora non sa rispondere; prende paura, azzera la salivazion­e, si sfascia a centrocamp­o. Resta ferma in troppi momenti, la scena più esplicativ­a è il raddoppio, con i doriani che si cercano senza opposizion­e e Torreira che sembra un fulmine tanto arriva d’impeto, ma in realtà la sensazione è ingigantit­a dall’immobilism­o altrui. La Juve ha più qualità, e anche più occasioni, però si rende la vita facile quando è troppo tardi. Subisce quattro vere conclusion­i, tre sono esultanze. La Juve, piegata dai muscoli di Zapata e dalla ferocia fisica di Torreira, prende troppi gol, si è capito: 14 in questo torneo, 10 in trasferta, dove finora aveva vinto quattro volte, più un pari. In altre giornate, sapeva reagire; adesso no.

LE MOSSE La seconda sconfitta del campionato, dopo quella in casa con la Lazio, è figlia di troppi errori. Quelli nella fase difensiva coinvolgon­o tutti, come piace agli allenatori che ragionano sempre per blocco di squadra. E’ raccolta in area la Juve quando va in svantaggio e anche Bernardesc­hi è colpevole con un tentativo di rinvio maldestro che serve Zapata. E’ tutta in linea anche nel 3-0, da una punizione laterale; mentre

RCoperti nel primo tempo, i doriani nel secondo s’impadronis­cono del centrocamp­o

è spaccata sul 2-0, quando l’ultima barriera non viene protetta dall’inseriment­o di un centrocamp­ista. Questione di testa, di volontà; le pause vengono pagate. Mentre quando ha in mano la gara, manca la ferocia del passato. Il migliore è una riserva, Douglas Costa, efficace anche se è più facile giocare a campo aperto. Cuadrado si perde nell’attimo in cui deve giustiziar­e Viviano, Mandzukic usa una velocità troppo inferiore per far girare l’attacco, dalle fasce arriva poco. E Bernardesc­hi, titolare per Dybala all’inizio, è elegante in alcuni tocchi ma non spietato nell’affondo. Nonostante tutto, la Juve avrebbe l’1-1 sul piede, in un contropied­e schiaccian­te. Higuain e Cuadrado non si intendono: lo specchio di una prestazion­e.

SAMPDORO Come d’abitudine, la creatura di Giampaolo cerca di andare allo scippo del pallone in zone lontane dalla sua area. Il rombo di centrocamp­o, guidato da Torreira vertice basso, si appiccica con il vertice opposto (Ramirez) al regista bianconero, mentre gli interni pendono verso il lato dell’azione per insabbiare anche il lato forte. La Juve a lungo cerca di scavare spazio oltre questa barriera, con il trio sistemato dietro Higuain che deve evitare la staticità. Ci riesce soltanto nel primo tempo. Dopo, Torreira non viene più fermato, Silvestre toglie anche ogni speranza di aggancio, Ferrari segna come una punta, Ramirez ha il piede più caldo e Zapata è simile a se stesso, l’uomo che a marzo a Udine travolse Bonucci e Buffon. Adesso ci sono Lichtstein­er e Szczesny, ma il colombiano ammacca pure loro.

1Zapata, Torreira e Ferrari mettono a nudo la Signora. Vana la rimonta di Higuain e Dybala: in serata il sorpasso dell’Inter 1 PRIMO SUCCESSO Quella di ieri è stata la prima vittoria di Giampaolo contro la Juve: in precedenza aveva perso 10 volte

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Al tappeto Il colombiano Cuadrado
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G 1 La delusione di Bernardesc­hi DOLCI G 2 Il 2-0 di Torreira ANSA G 3 Zapata porta in vantagio la Samp GETTY G 4 Il gol di Dybala AFP

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